La Corte di Cassazione, sesta sezione civile, ha respinto la richiesta di un avvocato di essere ammesso allo stato passivo del Fallimento di una s.r.l. in liquidazione, in riferimento ai crediti per le prestazioni professionali svolte in favore del legale rappresentante della società nel corso di un procedimento penale per reati commessi nell'esercizio delle funzioni societarie.
Invero, secondo la Corte Suprema con sentenza n. 19737 dell’8 agosto 2017, ai fini della inclusione al passivo sarebbe mancata la prova della provenienza dalla società, dell’incarico professionale all'attuale ricorrente. La difesa personale di un amministratore in un procedimento penale, pur riferito ad un reato commesso nell'esercizio dei poteri gestori dell’ente, non è difatti automaticamente riferibile alla società, comportando una sorta di obbligazione ex lege. La riferibilità all'ente sarebbe stata certa, semmai, se il reato fosse stato contestato direttamente alla società, per la cui difesa il legale rappresentante avrebbe avuto un indubbio rilievo nel potere rappresentativo conferito dall'art. 2745 bis c.c.
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