Donne vittime di violenza, inadeguatezza della risposta legislativa e dell’assistenza sociale, ruolo dell’avvocato. Sono questi i temi oggetto di discussione al seminario del 22 novembre 2017, organizzato dal Consiglio nazionale forense e dalla Fondazione degli avvocati europei. Obiettivo, la realizzazione di un progetto di formazione di 210 avvocati in sette Stati membri diversi (Italia, Spagna, Grecia, Irlanda, Polonia, Irlanda del Nord, Inghilterra e Galles) per il supporto alle donne vittime di violenza di genere, proprio in virtù del ruolo di primo piano che compete al legale, impegnato nella difesa delle stesse.
I dati evidenziati – a seguito di indagini condotte a livello europeo – sono a dir poco allarmanti. L’abuso rappresenta al giorno d’oggi un fenomeno piuttosto diffuso (una donna su 10 ha subito qualche forma di violenza dopo i 15 anni ed una su 20 è stata vittima di stupro) e spesso le vittime, per varie ragioni, non segnalano l’accaduto all'autorità. I tempi sono dunque maturi – si è preso atto nella discussione – per una legislazione mirata e per delle politiche dirette a contrastare la violenza. Fondamentale, a tal proposito, il ruolo dell’avvocato, “che deve avere un approccio di ascolto e non di giudizio”. Una nota negativa è stata infine espressa per l’eccessiva durata dei processi e per l’assenza di magistrati specializzati sul tema.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".