Dal 1° gennaio 2019 è divenuto operativo l’obbligo di fatturazione elettronica tra privati e a pochi giorni dall’avvio sono già oltre due milioni le fatture elettroniche transitate tramite il Sistema di interscambio.
I dubbi sulla nuova procedura elettronica sono, però, altrettanto numerosi tanto che l’Agenzia delle Entrate, per venire in soccorso dei contribuenti, ha avviato una intensa attività di informazione. Rivolti direttamente ai cittadini sono i numerosi servizi messi a disposizione, quali:
le risposte aggiornate ai quesiti più comuni in tema di e-fattura (FAQ), raccolte all’interno di un’apposita sezione dell’area tematica sulla fatturazione elettronica del sito web del Fisco;
la guida in pdf “La fattura elettronica e i servizi gratuiti”;
una serie di video tutorial messi a disposizione sul canale Youtube;
Con l’entrata in vigore della e-fattura, nulla è cambiato per il cittadino: l’operatore Iva, quando gli viene richiesta la fattura, è obbligato ad emettere la fattura elettronica anche nei rapporti con i privati consumatori finali, i quali, però, ricevono una copia in formato cartaceo, senza necessità pertanto di doversi dotare di un indirizzo di posta elettronica certificata.
Nessun cambiamento anche per i contribuenti che:
rientrano nel regime forfettario o nel regime di vantaggio dei cosiddetti “minimi”;
Inoltre, per tutto il 2019, sono escluse da questa novità le fatture per le quali è obbligatorio l’invio dei dati al sistema Tessera sanitaria per la predisposizione della dichiarazione dei redditi precompilata.
Nel comunicato stampa del 4 gennaio 2019, l’Agenzia delle Entrate ricorda sommariamente quali sono le caratteristiche che contraddistinguono la fattura elettronica da quella cartacea.
La fattura elettronica va necessariamente redatta utilizzando un pc, un tablet o uno smartphone e deve essere trasmessa elettronicamente al cliente tramite il Sistema di interscambio.
Lo Sdi è una sorta di “postino” che verifica se la fattura contiene i dati obbligatori ai fini fiscali e l’indirizzo telematico (un codice destinatario o un indirizzo Pec) al quale il cliente desidera che venga recapitata la fattura e controlla che la partita Iva del fornitore e la partita Iva o il codice fiscale del cliente siano esistenti.
In caso di esito positivo, il Sistema di interscambio consegna la fattura al destinatario.
Per facilitare la predisposizione e l’invio delle fatture elettroniche tramite Sdi, l’Agenzia rende disponibile ai contribuenti titolari di partita Iva il servizio di generazione del Qr Code, una sorta di codice a barre bidimensionale, da mostrare tramite smartphone, tablet o su carta al fornitore, il quale, in tal modo, al momento di preparare la fattura, può acquisire in automatico i dati del cliente, senza il rischio di commettere errori.
A pochi giorni dall’entrata in vigore del nuovo obbligo, anche il Consiglio e la Fondazione nazionale dei dottori commercialisti sono intervenuti con un documento dal titolo “La fatturazione elettronica tra privati”, a fornire alcuni importanti chiarimenti sulla fatturazione elettronica tra privati tenendo conto non solo delle ultime indicazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate, ma anche delle ultime novità apportate dal Dl n. 119/2018 (decreto fiscale collegato alla Manovra 2019), che è stato convertito nella Legge n. 136 del 17 dicembre 2018.
I commercialisti, oltre ad approfondire l’ambito soggettivo, i requisiti e il contenuto della fattura elettronica, hanno trattato anche alcuni casi particolari, come per esempio quelli inerenti alle operazioni fuori campo e ai servizi di pubblica utilità, alle autofatture e alle fatture in reverse charge, immediate e differite.
L’Agenzia delle Entrate si dice molto soddisfatta dell’avvio della nuova procedura di fatturazione elettronica: “il transito del primo milione e mezzo di fatture elettroniche è avvenuto senza che il partner tecnologico Sogei abbia rilevato alcun problema tecnico o rallentamenti. Anche i centri multicanale dell’Agenzia non hanno ricevuto segnalazioni di malfunzionamenti.”
Gli utenti del portale “Fatture e Corrispettivi” dell’Agenzia sembrano, invece, di avviso diverso: dallo scorso 2 gennaio, stando alle diverse segnalazioni pervenute, sono stati evidenziati ripetuti blocchi e rallentamenti del sistema.
Il Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, Marco Cuchel, ha sottolineato l’arrivo di numerose segnalazioni di utenti che collegandosi al portale “Fatture e Corrispettivi” dell’Agenzia delle Entrate visualizzano il messaggio “il sistema non è al momento disponibile ci scusiamo per l’inconveniente e si prega di riprovare più tardi”. Inoltre, anche sul fronte delle deleghe inviate dai professionisti intermediari per i propri clienti risultano esserci ritardi nell’elaborazione da parte dell’Agenzia.
Anche il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, ha espresso le preoccupazioni della categoria per i tempi di risposta dello Sdi e del possibile ritardo nell’invio dei documenti elettronici ai destinatari: “Al momento ci risultano molte fatture inviate nel 2019 allo SdI, ma per le quali non abbiamo ancora ottenuto le ricevute di consegna. Questo ci fa pensare che i nostri richiami dei mesi scorsi alla prudenza sull’entrata in vigore del nuovo sistema fossero corretti".
Il Codacons, tenendo conto delle numerose segnalazioni di imprese e professionisti che hanno lamentato l’impossibilità di accedere al Portale, già al secondo giorno di attività, ha deciso di presentare un esposto per interruzione di pubblico servizio e chiede di prorogare i termini per l’invio della documentazione, a causa proprio dell’impossibilità riscontrata da tanti utenti del sito.
Da ultimo, si ricorda la lettera aperta che l’AIDC ha inviato all’Agenzia delle Entrate e al MEF il 27 dicembre scorso, con la quale i commercialisti si dicevano pronti a partire con la fatturazione elettronica, ma, al contempo, richiedevano che in questa delicata fase si tenesse strettamente conto dello Statuto dei Diritti del Contribuente.
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