Autista comunichi i dati, anche se pende il ricorso

Pubblicato il 03 ottobre 2015

Anche se è pendente un giudizio avverso il verbale di accertamento, l'autista è comunque tenuto a comunicare i dati di chi era alla guida del veicolo al momento dell'infrazione.

Ad affermarlo, è la Corte di Cassazione, sesta sezione civile, con sentenza n. 19380 del 30 settembre 2015, accogliendo il ricorso del Ministro dell'Interno e respingendo le censure di un automobilista, cui era stata notificata, per eccesso di velocità, la violazione dell'art. 142 comma 9 codice della strada.

Obbligo di comunicazione, a pena di sanzione

Oltre a ciò, era stato contestualmente richiesto al proprietario dei veicolo di comunicare entro 30 giorni il nominativo ed i dati del conducente al momento della violazione, al fine della decurtazione dei punti; invito tuttavia mai ottemperato.

La Cassazione, in proposito, ha chiaramente affermato - sposando le argomentazioni del Ministero ricorrente – che la pendenza di un ricorso avverso la sanzione amministrativa per infrazione del codice della strada che comporti la decurtazione di punti dalla patente, non esonera il proprietario dall'anzidetto obbligo di comunicazione, pena l'irrogazione di un'ulteriore sanzione.

Detta ultima sanzione, contemplata dall'art. 180 comma 8 C.d.s., infatti, non punisce specifici comportamenti trasgressivi nella circolazione (altrimenti e partitamente sanzionati), bensì il rifiuto della condotta collaborativa dovuta dal proprietario – ai fini dell'accertamento delle violazioni amministrative previste dal codice della strada – con gli organi della pubblica amministrazione cui spetta l'espletamento dei servizi di polizia stradale.  

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