Definite dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone le disposizioni sui Progetti Utili alla Collettività rivolti ai beneficiari dell’Assegno di Inclusione e del Supporto per la Formazione e il Lavoro, secondo quanto disposto dall’articolo 6, comma 5 bis del decreto lavoro.
E’ stato infatti pubblicato in gazzetta il decreto n. 156 del 15 dicembre 2023
Vediamo le forme e le caratteristiche dei Progetti Utili alla Collettività, le loro modalità di attuazione, gli obblighi e le principali disposizioni contenute nel decreto.
Il decreto lavoro, istitutivo dell’Assegno di Inclusione e del Supporto per la Formazione e il Lavoro, prevede la partecipazione dei beneficiari di queste misure di sostegno economico e di inclusione sociale e lavorativa ai Progetti Utili alla Collettività.
Beneficiari dell’Assegno di Inclusione
Se previsto nel progetto di inclusione sociale, i beneficiari dell’Assegno di Inclusione sono tenuti ad offrire la propria disponibilità allo svolgimento delle attività nell’ambito dei Progetti Utili alla Collettività e la partecipazione ai progetti può essere estesa anche alle persone non tenute agli obblighi connessi all’Assegno di Inclusione, che possono aderire volontariamente nell’ambito dei percorsi concordati con i servizi sociali dei Comuni/Ambiti Territoriali Sociali.
NOTA BENE: Sono tenuti all'obbligo di adesione al percorso personalizzato previsto nel patto di inclusione tutti i componenti del nucleo familiare, ad esclusione delle persone con disabilità, di quella di età pari o superiore a sessanta anni o di coloro che sono inseriti nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere.
La mancata partecipazione ai Progetti Utili alla Collettività da parte dei beneficiari dell’Assegno di Inclusione, sempre se l’impegno sia previsto nel Patto di inclusione sociale o nel Patto di servizio, comporta la decadenza dal beneficio con obbligo di segnalazione nella Piattaforma digitale GEPI o nella Piattaforma SIU nell’ambito del Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL).
Beneficiari del Supporto per la Formazione ed il Lavoro
Tra le misure del Supporto per la Formazione e il Lavoro, istituito dall’art. 12 del decreto Lavoro, è prevista la partecipazione dei beneficiari a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro.
Nelle misure del Supporto rientrano quindi il servizio civile universale e i Progetti Utili alla Collettività.
Il richiedente deve perciò registrarsi sul Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale per sottoscrivere un Patto di Attivazione Digitale autorizzando la trasmissione dei dati relativi alla richiesta ai Centri per l’Impiego, alle Agenzie per il Lavoro e agli enti di intermediazione, nonché ai soggetti accreditati ai servizi per il lavoro.
Solo dopo la verifica positiva della richiesta da parte dell’Inps e la sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale, il richiedente è convocato presso il servizio per il lavoro competente per la stipula del Patto di Servizio Personalizzato che, come detto, può prevedere l'adesione ai servizi al lavoro e ai percorsi formativi ovvero la partecipazione ai Progetti Utili alla Collettività.
Per tutto il periodo di partecipazione a programmi formativi e a Progetti Utili alla Collettività, fino ad un massimo di dodici mensilità, è riconosciuta un’indennità di partecipazione mensile di 350 euro; la mancata partecipazione senza giustificato motivo ne comporta la decadenza.
Principio cardine dei Progetti Utili alla Collettività, la cui titolarità è in capo ai Comuni o ad altre amministrazioni pubbliche, è che le attività in essi previste non sono in alcun modo assimilabili ad attività di lavoro subordinato o parasubordinato o autonomo.
I progetti devono inoltre essere individuati a partire dai bisogni e dalle esigenze della comunità e realizzati con attività complementari, a supporto e integrazione rispetto a quelle ordinariamente svolte dai Comuni e dagli enti pubblici coinvolti.
In particolare, le attività progettate dai Comuni/Ambiti Territoriali Sociali in collaborazione con i Soggetti di Terzo Settore e di altri Enti Pubblici non devono prevedere il coinvolgimento in lavori o opere pubbliche né le persone interessate possono svolgere mansioni in sostituzione di personale dipendente dall’ente pubblico, ricoprire ruoli o posizioni dell’organizzazione del soggetto proponente o sostituire lavoratori assenti a causa di malattia, congedi parentali, ferie ed altro.
Allo stesso modo, le attività previste dai Progetti Utili alla Collettività non possono essere sostitutive di analoghe attività affidate esternamente dal Comune.
L’identificazione dei bisogni della comunità e l’individuazione di progetti ad essi adeguati, con le caratteristiche sopra descritte, implica che con una certa frequenza i progetti potranno assumere carattere temporaneo, ma anche in progetti che prevedono maggiore continuità nel tempo può essere appropriata la rotazione delle persone coinvolte, nell’interesse delle medesime e per favorire lo sfruttamento delle diverse opportunità offerte.
Ecco alcuni esempi dei possibili ambiti di intervento dei Progetti Utili alla Collettività:
I Progetti devono riportare i seguenti elementi:
Sono previste verifiche atte a riscontrare la reale partecipazione ai progetti, ponendo in evidenza eventuali criticità e/o negligenze che possano comportare segnalazione all’Inps e conseguente decadenza dal beneficio ai sensi dell’articolo 8, comma 6, lettera c, del decreto legge 48/2023.
Al riguardo, il soggetto attuatore del progetto deve infatti rilevare la presenza dei beneficiari, dato che l’attestazione delle presenze dei partecipanti ai Progetti Utili alla collettività è necessaria per finalità di verifica e monitoraggio ed anche quale strumento giustificativo da presentare per gli eventuali casi di denuncia infortunio sul lavoro.
NOTA BENE: Il beneficiario non è passibile di decadenza dal beneficio se, data la propria disponibilità a partecipare ai Progetti Utili alla collettività, gli stessi non siano stati attivati nel proprio Comune di residenza.
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