In Italia, i nuclei familiari con tre o più figli di età inferiore ai 18 anni, titolari di redditi inferiori ad un determinato limite percepiscono l’ANF.
L’ANF era inizialmente riservato ai soli cittadini italiani ed è stato successivamente esteso ai cittadini dell’Unione europea nel 2000, poi ai cittadini di paesi terzi titolari dello status di rifugiato politico o della protezione sussidiaria nel 2007 e, infine, ai titolari di un permesso di soggiorno di lungo periodo ed ai familiari dei cittadini dell’Unione.
Stante ciò, una cittadina extraUE, residente nel Comune di Genova e titolare di un permesso unico di lavoro di durata superiore a sei mesi, madre di tre figli di età inferiore ai 18 anni e titolare di redditi inferiori al limite stabilito dalla Legge n. 448/1998, nel 2014 ha chiesto l’attribuzione dell’ANF, che le è stata negata con il motivo che era priva del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo‑CE.
Dinanzi al Tribunale di Genova la signora ha, quindi, esperito, nei confronti del Comune di Genova e dell’INPS, un’azione civile contro la discriminazione al fine di ottenere il pagamento dell’ANF per il 2014 e per gli anni successivi e, arrivati in Appello, la Corte di Appello di Genova, ha deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre la questione alla CGUE.
I Giudici di Lussemburgo, con sentenza del 21 giugno 2017, causa C‑449/16, hanno dichiarato che l’articolo 12 della Direttiva 2011/98/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2011, relativa a una procedura unica di domanda per il rilascio di un permesso unico che consente ai cittadini di paesi terzi di soggiornare e lavorare nel territorio di uno Stato membro e a un insieme comune di diritti per i lavoratori di paesi terzi che soggiornano regolarmente in uno Stato membro, deve essere interpretato nel senso che esso osta a una normativa nazionale come quella italiana, in base alla quale il cittadino di un paese terzo, titolare di un permesso unico, non può beneficiare di una prestazione come l’assegno a favore dei nuclei familiari con almeno tre figli minori.
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