La questione del cumulo delle pensioni per i professionisti iscritti alle relative Casse di previdenza rischia di divenire sempre più spinosa.
Dopo la Convenzione quadro che l’Adepp, l’Associazione degli enti previdenziali privati, ha inviato all’Inps perché venisse firmata e tutto potesse partire, la situazione rimane ancora bloccata.
Dall’Associazione – tramite il presidente dell’Adepp e dell’Enpam Alberto Oliveti – fanno sapere che tutto è pronto: sono stati rispettati i tempi dovuti e i passaggi promessi, dando attuazione a quanto previsto dalla legge.
Inoltre, l’Associazione si è detta disposta a pagare, oltre la parte di propria competenza delle pensioni in cumulo, facendosi carico di gran parte del processo amministrativo e dei relativi oneri, anche una parte delle commissioni bancarie, in linea con quanto già accade per le pensioni in totalizzazione.
L’unico punto su cui l’Adepp non è disposta a cedere è che non vengano posti a carico dei professionisti ulteriori costi, sostenendo che “non è accettabile che alle Casse possa essere richiesto di versare un corrispettivo all’Inps per un’attività che deve svolgere per legge. L’istituto pubblico, oltretutto, a differenza delle Casse private, riceve un finanziamento specifico a copertura degli oneri derivanti dal cumulo, che si aggiunge al finanziamento annuale a carico della fiscalità collettiva. I diritti vanno garantiti con le risorse già a disposizione”.
Dal canto suo, l’Istituto di previdenza nazionale avrebbe dovuto firmare la Convenzione che rappresenta un vero e proprio traguardo raggiunto ad oltre un anno di distanza dall’entrata in vigore della legge, che ha esteso la possibilità di cumulo dei contributi anche ai professionisti.
Dopo la firma dell’intesa da parte delle singole Casse e dall’Inps, lo stesso istituto avrebbe dovuto mettere a disposizione una piattaforma informatica necessaria per gestire il cumulo dal punto di vista amministrativo.
Il tutto si sarebbe dovuto risolvere in un paio di settimane.
La Convenzione quadro, annunciata con conferenza stampa il 20 febbraio, non è stata però firmata dalle Casse e dall’Inps, perché non c’è accordo sulla ripartizione dei costi legati alla nuova procedura.
In particolare, la questione ruota intorno ai 65 euro per ogni pensione liquidata in cumulo che l’Inps ha previsto a copertura dei costi amministrativi.
Secondo l’Istituto tale costo va ripartito tra gli enti coinvolti, quindi tra Inps e una o più casse a seconda di quanti sono gli enti con cui il professionista cumula i contributi versati, seguendo il principio secondo cui ognuno fa la sua parte.
Secondo l’Adepp, invece, il costo di gestione delle pratiche non è dovuto per le Casse, dal momento che è la stessa legge ad imporre la gestione del cumulo all’Inps.
A questo punto il presidente dell’Associazione degli enti di previdenza privati ritiene che stia passando ormai tropo tempo. Sostiene Olivetti: “chiediamo che le pensioni di chi ha fatto domanda di cumulo vengano pagate al più presto, dato che l’importo dell’assegno non è in discussione. La piattaforma informatica Inps è pronta, usiamola”.
L’invito al pagamento del dovuto è esplicito, ritenendo Olivetti che la questione legata alla gestione della controversia fra l'Inps e le Casse di previdenza sui costi amministrativi del cumulo potrà essere definita in un secondo momento tra le due parti in causa, “con l’intervento del ministero ministero vigilante o per via giudiziaria”.
L’Inps risponde alle richieste suddette con una lettera aperta inviata ai lavoratori delle Casse professionali.
Il presidente dell’Istituto, Tito Boeri, ritiene che sia “del tutto ingiustificato che debba essere l’Istituto previdenziale pubblico, finanziato con i costi dei contribuenti, a farsi carico di un costo che è, oggettivamente, di competenza di tutti gli Enti coinvolti nella procedura”.
Non c’è alcuna motivazione giuridica od economica per cui le Casse non si facciano carico dei costi amministrativi legati all’assicurazione obbligatoria dei propri iscritti.
L’invito di Boeri ai singoli professionisti è quello che le rispettive casse mostrino ragionevolezza e responsabilità per giungere al più presto ad un accordo. L’Inps si dice, infatti, disposta a firmare la Convenzione con qualsiasi Cassa che voglia riconoscere il proprio contributo per i costi di gestione.
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