Il probabile ritiro dell’emendamento, dal Dl Crescita, che avrebbe consentito a commercialisti e ad avvocati di perfezionare i contratti di affitto d'azienda con scrittura privata è l’oggetto del nuovo comunicato congiunto di ADC e ANC.
Nell’avviso del 7 giugno 2019, i presidenti di ADC, Enzo De Maggio, e di ANC, Marco Cuchel, riportano quella che è l’opinione delle rispettive associazioni, dopo il parere che decreterà il ritiro dell’emendamento: “Il parere dell’Autorità antimafia parte da premesse errate e giunge a conclusioni pregiudizievoli”.
Le associazioni contestano le parole dell’antimafia secondo cui i commercialisti non avrebbero i requisiti morali e non potrebbero fornire le garanzie necessarie per poter operare nel campo dei contratti di affitto d’azienda.
Per ADC e ANC, sostenere questo significa non conoscere gli ambiti professionali d’intervento dei professionisti: “Siamo sottoposti ai medesimi controlli morali della professione notarile e sottostiamo a codici etici altrettanto stringenti”.
Si soffermano, poi, ad elencare le competenze dei commercialisti:
Le parole di chiusura: “Siamo stanchi che lo Stato riconosca le nostre competenze, professionali e morali, solo quando necessiti di aiuto qualificato e per raccogliere e processare grosse moli di dati o per l’invio di report dettagliati e ragionati”.
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