Fissata dall’Agenzia delle Entrate la percentuale del credito d’imposta per le spese sostenute per l’istallazione di sistemi di accumulo integrati a impianti di produzione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili.
Il dato è stato veicolato a mezzo di provvedimento prot. 120748 del 5 aprile 2023.
A favore delle persone fisiche che, dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022, hanno sostenuto spese documentate relative all’installazione di sistemi di accumulo integrati in impianti di produzione elettrica alimentati da fonti rinnovabili, anche se già esistenti e beneficiari degli incentivi per lo scambio sul posto (articolo 25-bis, Dl n. 91/2014, convertito), la legge di bilancio 2022 ha riconosciuto un credito d’imposta.
Per tale misura, è stato concesso un limite di spesa per il 2022 pari a 3 milioni di euro.
Indicazioni per l’attuazione sono state rese con decreto Mef del 6 maggio 2022.
Modalità, termini di presentazione e contenuto dell’istanza sono state fissate dal provvedimento prot. 382045 dell’11 ottobre 2022 dell’Agenzia delle Entrate.
In tale sede è stato precisato che la percentuale del credito d’imposta spettante a ciascun beneficiario sia ottenuta in base al rapporto tra l’ammontare delle risorse stanziate (3 milioni di euro) e l’importo complessivo delle spese agevolabili indicate nelle
istanze presentate dai beneficiari.
Il provvedimento 120748/2023 ha specificato che l’ammontare complessivo dei crediti d’imposta richiesti in base alle istanze validamente presentate dal 1° marzo 2023 al 30 marzo 2023, è risultato pari a 32.781.559 euro, a fronte di 3 milioni di euro di risorse disponibili.
Dunque, la percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile da ciascun beneficiario è pari al 9,1514 per cento (3.000.000 / 32.781.559) dell’importo del credito richiesto.
Il credito d’imposta in parola può essere utilizzato con la dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di riferimento; poiché l’agevolazione è inerente alle spese sostenute nel 2022, l’indicazione può essere inserita nella dichiarazione dei redditi 2023.
L’eventuale parte di credito non fruita può essere portata nei periodi di imposta successivi.
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