Accordo Confindustria-Sindacati su riforma del modello contrattuale

Pubblicato il 05 marzo 2018

E’ stato raggiunto un accordo, le prime ore del 1° marzo 2018, tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil sulla riforma del modello contrattuale e nuove relazioni industriali.

Le parti hanno condiviso un documento conclusivo –“patto della fabbrica” - che rimette in pista il valore delle relazioni sindacali; Cgil, Cisl e Uil si apprestano a controllare puntigliosamente quanto sancito per dare ufficialità al documento, che verrà firmato, si pensa, il 9 marzo prossimo.

La conclusione arriva dopo un anno e mezzo di negoziazioni. Il documento pone al centro del discorso un nuovo modello contrattuale che ha l’obiettivo di far  aumentare la produttività, portando quindi più retribuzione, più formazione e competenze per i lavoratori.

Rappresentanza delle associazioni datoriali

Per avversare il “dumping contrattuale” (adozione di contratti meno onerosi), Confindustria ritiene che deve darsi peso anche alla rappresentanza nelle organizzazioni datoriali. E’ necessario, secondo Confindustria, conoscere l’effettivo livello di rappresentanza di entrambe le parti che firmano un Ccnl per evitare il fenomeno dei “contratti pirata”, stipulati da soggetti senza nessuna rappresentanza certificata, firmati solo per dare copertura formale a situazioni di “dumping contrattuale”. Tali contratti hanno come risultato di alterare la concorrenza tra le imprese nonché quello di penalizzare i lavoratori. Al Cnel potrebbe essere assegnato un compito di ricognizione sulle parti firmatarie dei Ccnl di categoria.

Individuazione del trattamento retributivo

Nel documento conclusivo viene sottolineato che il contratto nazionale di categoria deve individuare un trattamento economico complessivo (Tec), costituito dal trattamento economico minimo (Tem, i minimi tabellari) e da tutte le altre voci (come  scatti di anzianità, Edr, elemento perequativo, ecc. ) che sono comuni a tutti i lavoratori del settore.

Rappresenta una novità l’inclusione di forme di welfare nel trattamento economico complessivo.

Contratto nazionale ed aziendale

Conferma per gli esistenti due livelli di contrattazione - nazionale e aziendale o, in alternativa, territoriale – di cui dovranno, però, essere individuate caratteristiche e funzioni. Il contratto nazionale è deputato a regolare i rapporti di lavoro e a garantire i trattamenti economici e normativi comuni ai lavoratori del settore, per tutto il territorio nazionale; il contratto aziendale deve rappresentare il terreno di incontro tra le parti perché si riconoscano obiettivi di crescita di produttività, efficienza e innovazione aziendale.

 

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