Si è aperto a Milano, il 24 settembre 2018, il 2° Forum nazionale dei commercialisti ed esperti contabili sul tema “Come la rivoluzione digitale sta cambiando la professione”.
Al centro del dibattito svoltosi nella prima giornata del Forum anche una ricerca condotta dalla Fondazione nazionale dei commercialisti: una indagine statistica avviata dalla FNC nel mese di luglio 2018 con l’obiettivo di analizzare l’evoluzione della professione a sei anni di distanza dalla precedente indagine strutturale (2012).
Dall’indagine è emerso che negli ultimi anni si è registrata una crescita degli studi individuali e, contemporaneamente, dell’interesse per le specializzazioni. Si tratta di due dati significativi, ma in parte contraddittori tra loro, che evidenziano tutta la fatica che incontrano i processi di aggregazione tra i commercialisti.
Nonostante tale preoccupazione, secondo il Presidente della categoria Miani, la strada della costituzione di studi associati e di Società tra professionisti resta quella da seguire, anche se è evidente che “la frammentazione, figlia probabilmente della crisi economica che abbiamo vissuto, ci rende più deboli (…) rendendo più difficile anche affrontare la sfida del cambiamento che ci attende”.
Per tale motivo, lo stesso Miani ha invocato l’intervento della politica, rivolgendosi alla presidente della Commissione Finanze della Camera, Carla Ruocco, per chiedere incentivi concreti alle aggregazioni e più attenzione per la professione. Analoga attenzione che – secondo il Presidente – deve essere posta anche in tema di fatturazione elettronica. Si è tornati a lanciare l’allarme sul grado di impreparazione delle piccole e medie imprese di fronte ad un passaggio così significativo, pertanto Miani ha ribadito la richiesta della categoria di un’introduzione scaglionata della norma, a seconda delle dimensioni delle imprese per numero di dipendenti.
“Ancora una volta”, ha commentato il Presidente Cndcec, “si introducono misure con il solo scopo di fare gettito, non con quello di avviare processi utili e virtuosi con la dovuta ponderazione”. “Cosi facendo siamo sempre costretti ad inseguire le novità, non a gestirle al meglio”.
Il Congresso dei commercialisti è stata l’occasione per un tavolo di confronto attivo tra politica e categoria professionale proprio sul tema del prossimo avvio della fatturazione elettronica tra privati.
Dalla politica, la presidente della commissione Finanze alla Camera ha confermato che la fattura elettronica obbligatoria scatterà dal 1° gennaio 2019 come da programma e che non ci sarà alcuna proroga.
Dalle Entrate, sono arrivate delle rassicurazioni al riguardo. Il vice direttore dell’Agenzia Paolo Savini ha ricordato che presto saranno disponibili le nuove procedure per il conferimento delle deleghe all’intermediario e per il loro inserimento. Dunque, anche in assenza di proroghe, si sta lavorando al meglio per cercare di garantire un avvio soft per la fattura elettronica.
L'Agenzia delle Entrate terrà conto delle difficoltà derivanti dal nuovo regime e si dice pronta ad applicare le regole in modo elastico. Inoltre, ad accompagnare la partenza della e-fattura ci sarà un'anagrafe telematica, un indirizzario unico digitale, dove far convergere i dati fiscali dei soggetti tenuti all'obbligo.
Grazie a queste novità in arrivo si provvederà alla registrazione del recapito e al ricevimento del documento digitale, in modo da evitare di gravare sul contribuente o sul professionista il rischio del dato impreciso.
Secondo Savini “con la preregistrazione, le imprese direttamente o tramite i loro professionisti possono aderire, registrare la propria sede telematica sul sistema e fornire l'indirizzo telematico dove si vogliono avere le fatture”. Nel caso di mancata conoscenza, per chi emette fattura, dei dati fiscali dell'impresa non è, dunque, necessario indicare l'indirizzo corretto: avuti i dati dell'indirizzario gestito dalle Entrate, grazie al nuovo sistema anche chi non dispone di indirizzo telematico può accedere alla propria area riservata e trovare i dati desiderati.
“Questo portale è responsive anche da mobile”, ha spiegato Savini, “si può utilizzare per il precaricamento delle anagrafiche dei clienti e alcuni controlli sulla valenza delle partite Iva; abbiamo pubblicato specifiche tecniche per chi già dispone di sistemi gestionali per la gestione di contabilità e che possono essere utilizzati dalle software house per integrarli con i propri software”.
Dal canto loro, però, i commercialisti hanno ribadito le loro richieste: secondo Miani “ci dovrebbe essere, da parte dello Stato, un ristorno dei costi a carico delle imprese, ad esempio con un credito d’imposta”.
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