Varato il Pacchetto depenalizzazioni, dagli adempimenti antiriciclaggio all'ostacolo ai revisori

Pubblicato il 16 gennaio 2016

Il CdM, nella riunione del 15 gennaio 2016, ha approvato in via definitiva il pacchetto depenalizzazioni, con i due decreti legislativi attuativi della Legge n. 67/2014. Recano la depenalizzazione dei reati e l’abrogazione di alcune fattispecie con introduzione di illeciti con sanzioni civili.

L’obiettivo della riforma – spiega il Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 100 del 15 Gennaio 2016 - è quello di trasformare alcuni reati in illeciti amministrativi, anche per deflazionare il sistema penale, sostanziale e processuale, e per rendere più effettiva la sanzione.

Alcune depenalizzazioni

È depenalizzato l’omesso versamento di ritenute nel limite dei 10.000 euro.

Nell'ambito dell'antiriciclaggio, smette di essere penalmente rilevante l’omessa identificazione e registrazione della clientela da parte di banche, Poste, società di gestione del risparmio, compagnie di assicurazione: la una misura pecuniaria penale fino a 13.000 euro lascia il posto ad una sanzione amministrativa fino a 30.000 euro.

Depenalizzazione anche per il manager che ostacola i revisori. E l’ammenda di 75.000 euro con la depenalizzazione è sostituita dalla sanzione pecuniaria amministrativa da 10.000 a 50.000 euro.

Sul punto una precisazione del ministero della Giustizia: sarebbe disponibile a ricalibrare la sanzione, tuttavia – spiega il ministero - a uscire dal perimetro del penale è solo il primo comma dell’articolo 29 del decreto del 2010 sulla revisione legale dei conti.

Si tratta del comma che punisce la “condotta di pericolo”, ossia il fatto in sé di aver impedito il controllo, non rientrano nell’ambito della delega i due commi successivi, dunque la condotta che abbia oggettivamente “cagionato un danno ai soci o a terzi”, che resta punibile con l’arresto fino a 18 mesi (3 anni nel caso in caso di enti di interesse pubblico).

Fuori dalla depenalizzazione

Nessun reato che pur prevedendo la sola pena della multa o dell’ammenda attenga alla normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ambiente, territorio e paesaggio, sicurezza pubblica, giochi d’azzardo e scommesse, armi, elezioni e finanziamento ai partiti è depenalizzato.

 

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