Unico compenso per più cause con medesimo oggetto

Pubblicato il 27 agosto 2015

Con sentenza n. 17147 depositata il 26 agosto 2015, la Corte di Cassazione, seconda sezione civile, ha respinto il ricorso di alcuni avvocati, cui era stata disposta la liquidazione di un unico compenso per il patrocinio in distinti e separati giudizi.

Lamentavano in particolare i ricorrenti, l'applicazione di un unico (se pur aumentato) onorario, per la difesa del loro assistito nei confronti di più parti aventi la stessa posizione processuale.

E ciò, nonostante il D.m. 127/2004 prevedesse l'applicazione di un solo compenso solo ove i giudizi separati fossero stati poi riuniti.

La Cassazione sul punto - respingendo la censura - ha fatto propria l'argomentazione dei giudici di merito, secondo cui, viceversa, la stessa sopra menzionata normativa consente di dedurre che in caso di assistenza e difesa di una parte contro più parti aventi la medesima posizione processuale, all'avvocato compete un unico onorario a prescindere dalla riunione delle cause per cui la difesa è esercitata. L'onere della mancata riunione, infatti, non può essere posto a carico del cliente.

Ciò purchè, ovviamente, si tratti di cause distinte ma aventi il medesimo oggetto e che richiedano pertanto un'attività ripetitiva da parte del difensore.

Ciò che è avvenuto – come ha ribadito la Corte – nel caso di specie, dove i ricorrenti si sono trovati a patrocinare dodici identici giudizi, con medesima questione posta alla base e circoscritto contenuto; giudizi che tra l'altro, sebbene non formalmente riuniti, furono comunque trattati, per ragioni di economia delle attività procuratorie, all'interno della stessa udienza.  

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