UNGDCEC, pronti alla protesta

Pubblicato il 27 aprile 2017

Dura critica da parte dell'Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (UNGDCEC) alla manovra correttiva recata dal DL n. 50 del 24 aprile 2017.

“Siamo pronti a riprendere la protesta laddove l’avevamo sospesa”, questa la conclusione del comunicato diffuso il 26 aprile 2017, in cui si elenca concisamente la combinazione perversa di misure a sfavore del contribuente: split payment, norma derogatoria ai principi Iva e restrizione delle compensazioni libere.

L'Unione è convinta che ciò leda il principio di neutralità fiscale, sancito dalle norme comunitarie, facendo gravare sul soggetto passivo, in tutto o in parte l’onere dell’Iva, con sproporzionati rischi finanziari a suo carico.

Non convince neanche l'ipotesi che i vincoli al recupero del credito Iva, aggravati con il Decreto n. 50/2017 in nome della “lotta all’evasione”, permettano di “raggiungere efficacemente l’obiettivo” senza pregiudicare i fini e principi stabiliti dalla normativa UE quale il principio fondamentale del diritto alla detrazione dell’Iva.

Impegni disattesi

Ci si aspettava, si legge nel comunicato, un allargamento dei limiti di compensazione, invece è accaduto l’esatto contrario. E l'estensione dello Split Payment ai professionisti fa dubitare sulla conoscenza dei meccanismi dell’imposizione del nostro ordinamento.

Le norme sulle compensazioni da crediti derivanti da Unico sono in assoluto contrasto con la capacità contributiva: la fonte principale di quei crediti - spiega l'Ungdcec - sono ritenute operate, acconti versati, quindi somme trattenute in anticipo sul reddito da dichiarare.

In conclusione, saranno i commercialisti a farsi carico dell’applicazione di norme che si accavallano tra di loro, il più delle volte senza la disciplina, voluta o meno, di un periodo transitorio. D’altronde, l’ulteriore ricorso al visto sembra confermare la volontà di voler ribaltare sui professionisti la fase del controllo, senza alcun formale riconoscimento.

A proposito della manovrina

La manovra correttiva abbassa il tetto per il visto. Il limite al di sopra del quale i crediti relativi alle imposte sui redditi e alle relative addizionali, alle ritenute alla fonte, alle imposte sostitutive e all'Irap possono essere usati in compensazione solo previa apposizione del visto di conformità (o, in alternativa, della sottoscrizione da parte di chi esercita il controllo contabile) sulla dichiarazione da cui emergono viene abbassato dai 15mila ai 5mila euro annui.

Nelle ipotesi di compensazioni eseguite in mancanza di visto di conformità o di sottoscrizione alternativa, ovvero con visto o sottoscrizione apposti da soggetti non abilitati, ed anche per i crediti relativi all'Iva, l'amministrazione finanziaria procede al recupero dell'ammontare dei crediti indebitamente utilizzati, oltre che degli interessi e delle sanzioni.

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