Ad un anno dal non aver attuato la decisione dell'esecutivo Ue del 20 ottobre 2004, che imponeva allo Stato italiano il recupero in due mesi degli aiuti (perlomeno della gran parte di essi) erogati con la Tremonti-bis alle imprese non in grado di provare i danni subiti dalle calamità naturali dell'anno 2002 e considerati non legittimi dall'Unione europea, il Paese è stato deferito, ieri, alla Corte di Giustizia europea. Il regime d'aiuti in questione, varato dal dl n. 282/2002, permetteva la detassazione, nella misura del 50%, dell'incremento degli investimenti rispetto ad un periodo precedente. Conseguentemente, furono beneficiarie dell'agevolazione fiscale tutte le imprese con sede in un Comune colpito da un evento calamitoso. Ma la Commissione Ue non reputò corretto concedere a pioggia gli incentivi, anche, cioè, alle aziende che semplicemente disponessero di un impianto nella zona interessata o non fossero in grado di provare danni tangibili.
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