La Sezione lavoro della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18838 dello scorso 30 agosto, interviene in un ricorso presentato da un sindacato, che ricorre in giudizio contro un’azienda che aveva negato ai lavoratori aderenti di indire un’assemblea in quanto già esaurite le tre ore annue previste dalla legge.
Secondo la Cgil si era adottata una vera e propria condotta antisindacale, negando il diritto ai lavoratori di usufruire di un’ora di riunione retribuita durante l’orario di lavoro.
Richiamando l’articolo 20 dello Statuto dei lavoratori che distingue le assemblee fuori dell’orario di lavoro, senza limiti temporali, da quelle durante l’orario di lavoro con limite di 10 ora annuali, la Corte provvede ad esaminare l’interpretazione della legge addotta dalla Fiom-Cgil per il riconoscimento del diritto di indire assemblee per tre delle 10 ore annuali spettanti, non cumulativamente ma per ciascuna singola sigla.
Per la Cassazione, invece, l’interpretazione corretta è quella del diritto a tre ora annuali di assemblea retribuita da svolgersi durante l’orario di lavoro per tutte le organizzazioni firmatarie, singolarmente o congiuntivamente, ma da utilizzare come monte ore complessivo e non come multiplo di tre per ciascuna organizzazione aderente alle associazioni sottoscrittici del contratto. Le parti se avessero voluti fornire questa seconda alternativa avrebbero usato un espressione più esplicita.
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