Se destinati integralmente allo svolgimento, con modalità non commerciali, delle attività di interesse generale i proventi della raccolta fondi non dovrebbero essere tassati.
È quanto proposto dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, in audizione presso la commissione Affari costituzionali del Senato, in merito ai decreti correttivi della riforma del terzo settore: i decreti correttivi della Riforma del Terzo settore contengono diversi aspetti positivi, ma restano ulteriormente migliorabili. Per questo, in un’audizione tenutasi ieri presso la Commissione Affari costituzionali del Senato, dopo quella della scorsa settimana presso la XII Commissione (Affari sociali) della Camera, il Consiglio nazionale dei commercialisti ha formulato delle proposte di emendamento, con un’attenzione specifica agli ambiti relativi ad amministrazione e controllo, alla rendicontazione e ad alcuni aspetti fiscali.
Il Cndcec chiede anche di non intervenire sulle norme fiscali per gli enti sportivi dilettantistici della legge 398/91 “anche iscrivendosi al registro unico del terzo settore. Tale concessione – spiega il consigliere nazionale delegato al no profit, Maurizio Postal - permetterebbe agli enti sportivi di effettuare una scelta libera di iscrizione al registro degli enti del terzo settore. L'attuale disposto, di fatto, con tutta probabilità spingerà molti enti sportivi a optare per la non iscrizione garantendosi la possibilità di mantenere il regime fiscale della 398/91”.
Il Consiglio nazionale, si legge nel relativo comunicato stampa dell'11 luglio 2018, sottolinea che, ai fini normativi, la previsione che la revisione legale dei conti possa essere effettuata da un organo collegiale in cui un solo componente è iscritto all'apposito registro risulta non compatibile con la norma europea di riferimento, gerarchicamente sovraordinata, la quale dispone che solo i soggetti abilitati possano effettuare tale attività.
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