Studi, sulle scorte Unico meno rigido

Pubblicato il 06 giugno 2008 Una rivisitazione tocca, nella sostanza, l’indicatore della “durata delle scorte” (rappresentativo, sul piano della normalità economica, dell’indice di coerenza ottenuto dal rapporto tra giacenza media – moltiplicata per 365 – e somma del costo venduto e del costo per la produzione di servizi) applicabile per 46 dei 68 studi di settore evoluti dall’anno 2007 e finalizzato al contrasto delle infedeltà dichiarative dovute ad acquisti e/o vendite in nero o sottofatturate che si traducono in incrementi fittizi di magazzino. Una versione attenuata dell’indicatore rispetto alla forma varata con il dm 20 marzo 2007, approvata con i decreti del 6 marzo 2008, riduce il rischio di discriminazione tra contribuenti che si trovino in simili condizioni: consente un’applicazione graduata in funzione della gravità dell’incoerenza, dato che il nuovo indicatore opera proprio in presenza di condizioni analoghe. Ma ora, diversamente da prima, ad aumento simulato del costo del venduto concorre la sola differenza tra le rimanenze finali e il valore normale di riferimento, determinato in ragione al valore soglia della distribuzione ventilica dell’indicatore di coerenza, con riferimento al cluster di appartenenza. Solo ove il valore delle esistenze iniziali risulti superiore a quest’ultimo valore di riferimento, il risultato del nuovo indicatore coincide con quello della versione precedente.
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