Studi di settore: tra Agenzia delle entrate e imprese timido riavvicinamento
Pubblicato il 13 ottobre 2011
E’ in corso un tentativo di riaprire il dialogo tra Agenzia delle entrate e categorie di soggetti che applicano gli studi di settore (i rappresentanti di piccole e medie imprese), dopo la chiusura determinata dall’approvazione di misure restrittive inserite nella manovra di luglio, avvenute senza la consultazione delle categorie interessate.
Nell'incontro avvenuto il 12 ottobre, i rappresentanti delle imprese hanno manifestato la loro contrarietà alle due disposizioni penalizzanti che riguardano la materia dell’accertamento contenute nel D.L. n. 98/2011:
- la possibilità degli uffici di procedere ad accertamento induttivo anche in caso di lieve irregolarità nella compilazione degli studi, a condizione che il maggior reddito accertato (impresa/lavoro autonomo), a seguito delle rettifiche, sia superiore al 10% di quello dichiarato;
- la soppressione dell’obbligo di motivazione da parte degli uffici quando disattendono le risultanze degli studi di settore, in quanto inadeguate a stimare il volume di ricavi o compensi riferibili ad un contribuente.
In sostanza, le categorie lamentano il fatto che l’Agenzia delle entrate potrà partire dagli studi per effettuare un accertamento induttivo, in base alla condizione che il maggior reddito accertato a seguito delle rettifiche sia superiore al 10% di quello dichiarato.
Dito puntato anche sul fatto che i cambiamenti sono avvenuti senza ascoltare i sottoscrittori dei protocolli degli studi.