Mentre la stretta sulle collegate estere si avvicina e si conferma la possibilità che la norma decorra già dal periodo d’imposta 2006, con un nuovo intervento retroattivo sulla fiscalità delle imprese, tra gli addetti ai lavori si iniziano ad avvertire i primi malumori. Il testo varato dal Consiglio di Stato lo scorso febbraio, modificato ora con la parte riguardante la sua decorrenza, ha ricevuto una accelerazione nelle ultime settimane con la conseguenza di innescare sull’argomento accesi dibattiti. Ascoltate in tema di revisione delle regole Ires, Abi e Assonime hanno ribadito le criticità circa la disposizione del Tuir (articolo 168), ritenuta una misura inutile e non facile da attuare. Entrambe le associazioni hanno, infatti, segnalato l’opportunità di eliminare definitivamente dal Testo unico la prevista estensione del regime di trasparenza alle imprese collegate estere. Il problema evidenziato è che l’applicazione della cosiddetta disciplina delle Cfc (Controlled foreign company) alle imprese collegate possa generare evidenti difficoltà operative in capo agli investitori residenti, oltre ad una serie di problemi circa la doppia imposizione, per effetto della tassazione nel nostro Paese di redditi di imprese estere non soggette a “controllo” da parte di un soggetto residente in Italia.
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