Stabilità 2016. Torna l'Imu sulle case di lusso e si aggiusta il welfare

Pubblicato il 21 ottobre 2015

La Legge di Stabilità 2016, attualmente all'esame della Ue, punta a far scendere la pressione fiscale dal 44,2% al 42,4% attraverso una serie di interventi. Uno fra questi è il taglio dell'IMU-Tasi sulle abitazioni principali.

Ma è proprio durante l'iter parlamentare che il capitolo “casa” della Manovra continua a subire modifiche. In attesa che la bozza del Ddl Stabilità venga presentato in Parlamento, lo stesso Premier Renzi aggiusta il tiro su alcuni aspetti, che nei giorni scorsi hanno alimentato una accesa polemica. Non si tratta di un retromarcia, ma di una correzione in corsa dopo le aspre critiche sulla iniquità di una misura che - abolendo genericamente le tasse sulle prime case senza eccezioni di sorta in ragione del loro classamento catastale o di altri parametri - avrebbe avvantaggiato i proprietari di case di lusso, con sconti che in alcuni casi sarebbero risultati anche molto considerevoli.

Così, affidandosi alle pagine di Facebook, Renzi comunica che le prime case di lusso continueranno a pagare l’Imu. Nel post si legge che “le categorie catastali A1, A8, A9 avranno lo stesso trattamento della misura del 2008” e non saranno, invece, esentate dall’imposta municipale, come inizialmente previsto nelle prime bozze della Legge.

Sulle case di lusso torna l'Imu

Le prime case considerate di lusso dal Fisco su cui tornerà l’Imu sono quelle che in Catasto vengono fatte rientrare nelle categorie delle “ville”, degli “immobili di pregio artistico o storico” e dei “castelli”: in totale circa 73mila abitazioni principali, che producono un gettito annuale intorno ai 90 milioni di euro. Un ammontare molto esiguo rispetto al totale di tasse che vengono raccolte sul mattone, soprattutto se si considera che la maggioranza delle ville, che vengono ricomprese nella categoria dei “villini” (A/7), rimarranno ancora esenti anche nella nuova versione della Legge.

La Tasi sulle seconde case

La seconda novità che rispunta nella bozza finale della Legge di Stabilità, dopo l'abolizione della Tasi sulla prima casa, è il ritorno dell’aliquota aggiuntiva dello 0,8 per mille su seconde case e altri immobili.

Si tratta di un aggiustamento che vale 350 milioni di euro e che è stato pensato per far quadrare i conti di molti comuni più grandi e per finanziare le detrazioni sull'abitazione principale, dopo che dal prossimo anno, salvo nuove altre sorprese, le abitazioni principali non verranno più tassate.

Con l'abolizione definitiva della Tasi si dovrebbero andare a ricercare delle coperture alternative, e così è stata prevista la possibilità di una sua reintroduzione – attraverso appunto la super-Tasi – che andrà a pesare però sulle seconde case.

Le reazioni all'annuncio del ritorno della Tasi non sono state positive. Confedilizia ha infatto ribadito: “dalle agenzie apprendiamo che la manovra sulla casa, annunciata in un modo, verrebbe presentata al Parlamento in un altro. Se tutto ciò sarà confermato, l'effetto fiducia che avrebbe dovuto creare l'abolizione totale della tassazione sulla prima casa, senza aumenti sugli altri immobili, ce lo possiamo scordare”.

Welfare con più vantaggi

Un'altra novità dell'ultima ora è quella che riguarda la bozza dell'articolo 12 della legge di Stabilità, che reintroduce la cedolare secca al 10% per i premi di produttività.

In particolare, l'ultimo aggiustamento riguarda una precisazione resa per chiarire i contorni e il regime fiscale delle somme “incentivanti”. Nello specifico viene rivisto il regime fiscale dei “premi” e resi più convenienti i pacchetti di welfare aziendale.

La proposta interessa le aziende che hanno una contrattazione di secondo livello, che possono dare a tutti i lavoratori che guadagnano fino a 50mila euro lordi un voucher fino a 2mila euro, esentasse, da spendere anche per servizi scolastici o di assistenza a familiari anziani e non autosufficienti.

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