Sostegni bis, novità per moratorie prestiti e compensazioni bonus beni strumentali

Pubblicato il 18 maggio 2021

Continua a prendere forma il decreto Sostegni bis, il numero due del provvedimento varato a marzo dal Governo Draghi, che è atteso in settimana in Cdm.

Con il nuovo decreto si aggiungono 14 miliardi di euro per i contributi a fondo perduto destinati alle partite Iva, con la cifra che sale così complessivamente a 23 miliardi, da destinare alla replica degli assegni di marzo, a integrazioni e conguagli.

Degli 11,1 miliardi stanziati dal primo dei due provvedimenti, 2 miliardi di aiuti sono stati recuperati dal nuovo decreto ed, ora, verranno utilizzati per finanziare altre misure.

Una novità riguarda anche i controlli che verranno messi in atto per recuperare i Cfp ritenuti indebitamente percepiti ed erogati a seguito della pandemia. Si tratterà di controlli sistematici e non una tantum: la spettanza dei contributi, infatti, verrà accertata ogni volta che il contribuente interessato sarà sottoposto a verifica fiscale per gli anni 2019 e/o 2020 e verranno constatate sottrazioni di ricavi.

Le irregolarità che emergeranno proprio dai controlli sul 2019 e 2020 comporteranno la perdita dell’aiuto.

Proroga moratorie, nel Sostegni bis le indicazioni per le domande anche via mail

Dal decreto Sostegni bis, ribattezzato Imprese, lavoro e professioni, novità anche per le imprese che vorranno prorogare le moratorie coperte da una garanzia pubblica.

Il provvedimento, infatti, definirà le modalità in base alle quali il titolare di una sospensione garantita potrà estenderla e arrivare fino al 31 dicembre 2021, prorogandola al di là della scadenza attuale del 30 giugno. La proroga disposta per legge riguarderà, però, solo la quota capitale e non più gli interessi.

Inoltre, il richiedente non dovrà formulare una nuova richiesta formale, in quanto viene mantenuta in vigore la procedura semplificata prevista dal decreto Liquidità (Dl n. 23/2020), ma sarà sufficiente una semplice comunicazione, anche via e-mail.

Ciò, se da un lato, mette al riparo dal rischio di rifiuto da parte dell’istituto di credito della nuova domandata di richiesta inoltrata, dall’altro, impone al richiedente di agire entro tempi determinati: il termine ultimo per la comunicazione sarà il 15 giugno e in caso di ritardo la moratoria sarà considerata terminata.

Si tratta di una precisazione importante, dato che con le nuove indicazioni del Sostegni bis – a differenza dei precedenti decreti che avevano prorogato le moratorie – la conservazione della sospensione non sarà più automatica e in linea con la proroga della legge, ma dovrà essere esplicitamente richiesta dal titolare della moratoria.

La finalità di questa novità è che si vuole evitare di allungare la vita a tutte quelle sospensioni richieste e che, ora, non sono più necessarie, per evitare alle imprese che non versano in situazione di grande difficoltà di accumulare oneri da rimborsare quando verranno ripresi i pagamenti, aumentando il rischio per le banche che quel prestito si trasformi in un credito deteriorato.

Prestiti garantiti dallo Stato allungati, ma con garanzia ridotta

Nella versione finale del nuovo “Sostegni” anche una proroga dei prestiti garantiti dallo Stato.

Attese delle novità rispetto alle prime bozze in circolazione nei giorni scorsi. Sarà possibile allungare i prestiti, ma a fronte di una riduzione della copertura delle garanzie dal 90% fino al 60% a seconda delle durate.

In particolare, per i prestiti fino a 30 mila euro dal primo luglio non viene più garantita una copertura al 100% ma al 90%.

Il taglio della garanzia dovrebbe essere limitato solo ai nuovi prestiti e non alle ristrutturazioni o ai finanziamenti già in essere, che richiedono un allungamento temporale. La motivazione di questo ridimensionamento delle garanzie è da ricercare nel negoziato con Bruxelles, che ha concesso l’allungamento dei prestiti oltre i 6 anni, richiedendo però un segnale di riduzione delle misure di aiuto pubbliche.

Sostegni bis. Bonus beni strumentali con compensazione più rapida

Nel decreto Sostegni bis dovrebbe entrare anche la norma che prevede una compensazione più rapida dei crediti di imposta per chi investe in beni strumentali.

Al momento, la disposizione è in fase di preparazione e attende di superate le ultime valutazioni da parte del MEF in merito alla copertura finanziaria.

Nello specifico, è allo studio l’ipotesi che vorrebbe eliminare il tetto fissato a 5 milioni di ricavi o compensi, che delimita il perimetro dei soggetti che possono compensare in una solo quota annuale i crediti d’imposta maturati con investimenti effettuati nel 2021 in beni strumentali tradizionali.

Il tutto con un ritocco rispetto a quanto previsto dalla Legge di bilancio 2021, che prevede per gli investimenti effettuati da soggetti con ricavi o compensi oltre 5 milioni, e per gli investimenti in beni digitali 4.0, una fruizione in tre quote annuale di pari importo (fino al 2020 il periodo minimo era di 5 anni).

Con l’abrogazione del tetto di 5 milioni – solo comunque per il 2021 – si vorrebbe quindi aprire la compensazione a imprese più strutturate.

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