Le sigle dei commercialisti mettono nero su bianco il monito: “Le scadenze tributarie vanno riordinate, a fine giugno si rischia il collasso”.
Con il comunicato stampa congiunto del 16 giugno 2020 Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec e Unico, lanciano l’allarme.
Inviato all’agenzia delle Entrate e al Mef, il comunicato denuncia “un preoccupante affollamento di scadenze tributarie che rischiano di avere ripercussioni gravi su professionisti ed imprese”.
Le sigle ricordano l’impegno dei professionisti fiscali con le scadenze di imposte annuali, con quanto è stato rinviato nei mesi di lockdown, in cui comunque gli studi sono stati impegnati nella gestione degli adempimenti connessi alle misure di cassa integrazione e di richiesta di finanziamenti del decreto Liquidità, ed ora vengono anche a scadenza le misure previste dal decreto Rilancio.
Studi professionali ed uffici amministrativi si troveranno di fronte ad una massa ingestibile di dati da elaborare.
“L’invito - chiosa il comunicato - è a prendere atto della grave situazione, già da tempo segnalata e prevedibile, ed intervenire tempestivamente, evitando le dispettose ed irrispettose proroghe dell’ultimo minuto”.
La risposta contraria del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, non si è fatta attendere. Il ministro, ricordando quanto fatto - con il decreto Rilancio su saldo 2019 e l’acconto 2020 dell’Irap e lo slittamento al 16 settembre 2020 in un’unica soluzione o in quattro rate della ripresa dei versamenti di Iva, ritenute e contributi sospesi per i mesi di marzo, aprile e maggio - ha spiegato che le esigenze di cassa non permettono di accogliere le richieste dei professionisti.
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