Le imprese che "perdono" il Tfr, vedranno aumentare di anno in anno i debiti generati dai versamenti, mantenendosi invece costante il beneficio fiscale. Il Tfr rappresenta, infatti, retribuzione differita del dipendente, per un tredicesimo e mezzo della retribuzione annua "utile" per l'accantonamento. Dall'anno successivo, l'incremento del fondo è rappresentato dall'ulteriore quota di retribuzione differita più la remunerazione del finanziamento del dipendente all'azienda con la ritenzione del Tfr, calcolata secondo le regole dell'articolo 2120 c.c, cioè l'1,5%, più i tre quarti dell'inflazione rilevata dall'Istat.
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