La Sezione lavoro della Corte di cassazione, con ordinanza interlocutoria n. 7029 del 16 marzo 2025, ha deciso di rinviare al Primo Presidente, per la possibile assegnazione alle Sezioni Unite, una questione di particolare rilevanza giuridica.
La questione riguarda l’interpretazione delle disposizioni normative relative alle sanzioni per il mancato o ritardato pagamento dei contributi in situazioni di incertezza giuridica.
Il rinvio è stato motivato dalla necessità di chiarire definitivamente le modalità di applicazione della normativa di riferimento e l'interpretazione corretta della legge in presenza di controversie interpretative.
La Sezione Lavoro, in particolare, ha chiesto di chiarire se, in caso di oggettiva e rilevante incertezza interpretativa, la previsione dell’effettuazione da parte del contribuente del pagamento dei premi e dei contributi entro il termine fissato dagli enti impositori, ai fini di beneficiare della riduzione delle sanzioni civili dovute in caso di mancato o ritardato pagamento, vada intesa nel senso che l’Ente:
Da chiarire, in altri termini, se, in caso di incertezza interpretativa, l'ente impositore possa fissare in qualsiasi momento il termine per il pagamento dei contributi, escludendo la buona fede, o se possa farlo solo dopo che l'incertezza è stata risolta.
Nella specie, la causa trattata dalla Corte Suprema aveva avuto origine da un contenzioso tra una società e l'INPS, che aveva richiesto il pagamento dei contributi previdenziali e delle relative sanzioni per un periodo di tempo in cui vi era un contrasto giurisprudenziale riguardo alla natura dell’obbligo di contribuzione.
La controversia era nata a seguito di un'ispezione dell'INPS che aveva contestato la natura dei rapporti di lavoro all’interno di una società, chiedendo il pagamento dei contributi previdenziali e delle sanzioni amministrative.
La società, tuttavia, sosteneva che i lavoratori coinvolti fossero autonomi, e non dipendenti, come invece indicato dall'INPS.
A seguito di un lungo contenzioso, la Corte d'Appello aveva riformato la sentenza, accogliendo in parte la posizione della società, che aveva versato i contributi dovuti e richiesto una riduzione delle sanzioni civili per il pagamento tardivo, sulla base di un'interpretazione oggettiva delle normative.
La questione giuridica centrale riguardava l'interpretazione dell'articolo 116, comma 15, della Legge n. 388/2000, che prevede la possibilità di ridurre le sanzioni civili in caso di ritardo nel pagamento dei contributi dovuti, a condizione che tale ritardo sia stato causato da incertezze interpretative su come dovessero essere applicate le normative previdenziali.
La norma stabilisce che, qualora vi siano incertezze giuridiche, le sanzioni possono essere ridotte fino alla misura degli interessi legali, ma solo se il pagamento avviene entro un termine fissato dall'ente impositore.
Ebbene, la Corte ha rilevato l'esistenza, sulla normativa, di orientamenti interpretativi non univoci e ha quindi deciso di rinviare la causa al Primo Presidente della Corte, nei termini sopra riferiti.
Le Sezioni Unite della Cassazione, a questo punto, dovranno decidere in quale momento l'ente impositore può stabilire un termine per il pagamento dei contributi in caso di incertezze interpretative.
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