Il demansionamento quando provoca gravi danni alla salute del lavoratore fino a costringerlo al pensionamento può dar luogo al risarcimento del danno per mobbing. Lo ha sostenuto la sentenza n. 4063 del 2010 delle Sezioni Unite civili della Corte di cassazione in accoglimento del ricorso di un impiegato pubblico che per alcuni anni aveva ricoperto una mansione superiore dirigendo un ufficio e poi, a seguito di una riorganizzazione degli uffici, era stato trasferito in un ufficio minuscolo, sprovvisto anche di computer, costretto quasi all’inattività o a svolgere mansioni infime.
Rivoltosi alla magistratura il dipendente aveva ottenuto il riconoscimento di una cospicua somma in primo grado, però drasticamente ridotta dai giudici di appello; infine la Corte di cassazione, aumentando nuovamente la somma risarcitoria, ha ritenuto lesiva la condotta dell’amministrazione pubblica che non si era preoccupata di tutelare il proprio dipendente non proteggendo il suo patrimonio di esperienza e qualificazione e le sue aspettative di carriera.
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