Per una avvocatura più seria occorre puntare su una nuova disciplina dell’acceso alla professione e dare spazio alle specializzazioni forensi. Lo sostiene con fermezza e autorità Oreste Dominioni, Presidente dell’Unione Camere penali, rilevando come l’osservazione da parte dell’Antitrust tesa a tutelare la concorrenza sia priva di attualità.
Come si fa a parlare di concorrenza quando la qualità dei legali negli ultimi anni si è notevolmente abbassata? Ecco, i politici, ammette Dominioni, dovrebbero occuparsi di più della dequalificazione degli avvocati e portare a termine una riforma forense che possa offrire legali veramente preparati, ognuno nei vari campi del diritto.
Quindi, tra i punti elencati nella bozza di riforma presente in Commissione giustizia, spazio a regole più stringerti per accedere alla professione e soprattutto alle specializzazioni forensi. Anche il vicepresidente dell’Ucpi Renato Borzone afferma la necessità di “norme severe e rigorose che regolino l’accesso alla professione ed un specializzazione che garantisca l’indispensabile qualità della prestazione professionale”.
Altro punto fondamentale della riforma deve essere quello della formazione degli avvocati; deve assolutamente prevedersi che il professionista si tenga costantemente aggiornato. E per affermare l’importanza di tale pilastro Dominioni avverte che “se entro un tempo ragionevole non verrà approvata la nuova legge sull’ordinamento forense che prevede le specializzazioni, noi instaureremo autonomamente la formazione”.
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