Una ricerca del Cndcec sui rapporti tra contabilità economico-patrimoniale e qualità dei bilanci dei Comuni italiani - “Accrual accounting e qualità del bilancio degli enti pubblici. L’esperienza dei Comuni italiani” - è stata presentata durante il convegno “La armonizzazione dei bilanci delle Pubbliche Amministrazioni nella Unione europea", alla Camera dei Deputati.
La ricerca è frutto dell'esperienza dei revisori che lavorano negli enti pubblici, nelle società partecipate e nel settore privato e che hanno vissuto in prima persona il processo di trasformazione del modello finanziario precedente.
Secondo i revisori degli enti locali, l'intervento del Dlgs 118/2011 sulla riforma contabile degli enti territoriali ha migliorato la qualità del bilancio, ma si può fare di più.
Spiega il Cndcec, nel documento, che importanti miglioramenti alla qualità dei bilanci degli enti pubblici, soprattutto in termini di incremento della capacità di rappresentarne correttamente l’andamento economico e finanziario, la solidità e la solvibilità, si potrebbero avere seguendo la strada indicata dall’Ue che porta verso l’applicazione di principi contabili a piena base accrual (ossia per competenza) sulla base del modello IPSAS (direttiva n. 85 del 2011).
Pertanto si spinge verso un modello basato esclusivamente sulla contabilità economico-patrimoniale, sostanzialmente analogo a quello adottato dalle società di capitali.
“In Italia la riflessione è ancora lenta perché sia la legge 196/2009, sia il Dlgs 118/2011 ne prevedono l’introduzione solo 'ai fini conoscitivi'”, commenta il vicepresidente del Cndcec, Davide Di Russo.
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