La retribuzione oraria media nel periodo gennaio-marzo 2024 è cresciuta del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2023; continua dunque la fase di recupero delle retribuzioni contrattuali rispetto all’inflazione, iniziata a ottobre 2023.
Lo rende noto l’Istat con comunicato stampa del 30 aprile 2024, che offre un'ampia panoramica sui contratti collettivi e le retribuzioni contrattuali per il periodo gennaio-marzo 2024, coprendo un vasto spettro di settori lavorativi in Italia.
Vediamo nel dettaglio.
Alla fine di marzo 2024, i 39 contratti collettivi nazionali esistenti regolavano il trattamento economico di circa 8,5 milioni di dipendenti, rappresentando il 64,5% del monte retributivo complessivo del paese.
Nel corso del primo trimestre 2024 sono stati infatti recepiti 4 contratti:
I contratti che a fine marzo 2024 sono in attesa di rinnovo sono 36, per un totale di circa 4,6 milioni di dipendenti (34,9% del totale).
Il tempo medio di attesa di rinnovo per i lavoratori con contratto scaduto, tra marzo 2023 e marzo 2024, è però aumentato da 26,6 a 29 mesi, mentre per il totale dei dipendenti diminuisce da 14,5 a 10,1 mesi.
Dati positivi dunque dall'analisi delle retribuzioni, che mostra un incremento medio dell'1,3% rispetto al trimestre precedente, con differenze notevoli tra i settori industriali, dei servizi e della pubblica amministrazione, evidenziando così le tendenze salariali che possono influenzare sia la pianificazione economica che le politiche di occupazione.
Questi dati non solo offrono uno spaccato dell'attuale stato del mercato del lavoro, ma forniscono anche indizi cruciali per le proiezioni future e le decisioni strategiche a livello di politica lavorativa, contribuendo a un migliore allineamento tra retribuzioni, produttività e inflazione.
Settori in crescita
Nel primo trimestre del 2024, alcuni settori hanno registrato significative crescite salariali, riflettendo una serie di fattori economici, contrattuali e settoriali.
Tra i settori con le maggiori aumenti figurano il legno, la carta e la stampa, con un incremento del 8,5%, seguito dal settore del credito e delle assicurazioni, che ha visto un aumento del 7,1%, e dal settore metalmeccanico, con un incremento del 6,1%.
Queste variazioni salariali possono essere attribuite a diversi fattori chiave.
Innanzitutto, la ripresa economica post pandemia ha portato a un aumento della domanda in certi settori industriali, come quello metalmeccanico e della carta, che a loro volta hanno necessitato di aggiustamenti salariali per attrarre o mantenere la forza lavoro qualificata.
Inoltre, il settore del credito e delle assicurazioni ha continuato a beneficiare di una stabilità relativa e di una crescita continua, fattori che hanno permesso investimenti in capitale umano attraverso aumenti salariali.
L'incremento nelle retribuzioni in questi settori è anche il risultato di negoziati contrattuali efficaci, in cui le organizzazioni sindacali hanno ottenuto miglioramenti retributivi significativi in risposta all'inflazione e al costo crescente della vita grazie ad una negoziazione collettiva forte nel definire le dinamiche del mercato del lavoro.
Questi aumenti riflettono non solo le condizioni economiche macro, ma anche la capacità di adattamento del mercato del lavoro ai cambiamenti economici globali e nazionali.
Settori in calo
Nel panorama delle retribuzioni contrattuali del primo trimestre 2024, alcuni settori hanno evidenziato invece una stagnazione o addirittura una decrescita nei loro incrementi salariali.
In particolare, settori come le farmacie private, i pubblici esercizi e alberghi, le telecomunicazioni, i ministeri, le forze dell’ordine, le forze armate e le attività dei vigili del fuoco non hanno registrato alcun aumento nelle retribuzioni contrattuali orarie.
Le motivazioni dietro questa stasi o riduzione possono essere molteplici e variano da settore a settore.
Nel caso dei pubblici esercizi e alberghi, il settore ha subito duramente le conseguenze della pandemia di Covid 19, con un impatto prolungato sul turismo e sulle attività ricreative, influenzando negativamente la capacità di offrire aumenti salariali.
Per le telecomunicazioni e i ministeri, la mancanza di rinnovi contrattuali e la rigida struttura di bilancio possono aver impedito incrementi significativi.
Inoltre, i settori legati alle funzioni statali come forze dell'ordine e vigili del fuoco spesso vedono i loro aggiustamenti salariali influenzati da budget governativi e da ritardi nei processi di negoziazione collettiva.
Questo evidenzia come le politiche di bilancio e le restrizioni economiche possano influenzare direttamente la crescita salariale nei settori pubblici e in quelli altamente regolamentati, mostrando una diretta correlazione tra condizioni economiche macro e politiche di retribuzione nel settore pubblico.
Tutto ciò può essere riassunto nell eguente tabella:
Settore |
Variazione retributiva |
Possibili motivazioni |
---|---|---|
Farmacie private |
0% |
Impatto economico minore, crescita stagnante del settore |
Pubblici esercizi e alberghi |
0% |
Conseguenze prolungate della pandemia, bassa domanda turistica |
Telecomunicazioni |
0% |
Assenza di rinnovi contrattuali, investimenti limitati |
Ministeri |
0% |
Rigidezza del bilancio pubblico, mancanza di negoziazioni efficaci |
Forze dell'ordine |
0% |
Budget governativi ristretti, ritardi nella negoziazione collettiva |
Forze armate |
0% |
Vincoli di bilancio statali, priorità di spesa alternative |
Vigili del fuoco |
0% |
Limitazioni di bilancio, processi burocratici lenti |
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