Con sentenza n. 7718 depositata il 20 febbraio 2009, la Corte di cassazione ha spiegato che anche qualora l'impresa è responsabile di semplice tentativo di commissione di un delitto è possibile l'applicazione di misure cautelari, seppur in misura ridotta. Per la Corte, tuttavia, in caso di sequestro preventivo, non possono ritenersi rientrare nel perimetro di applicazione del decreto 231/2001 i crediti dell'impresa vantati nei confronti dell'amministrazione pubblica. In base alla disciplina del decreto 231, spiega la Corte, “l'imputazione a profitto di semplici crediti, anche se liquidi ed esigibili, non può essere condivisa poichè, in effetti, trattasi di utilità non ancora percepite ma solo attese”.
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