Processo penale telematico: applicativo App al centro del dibattito

Pubblicato il 12 dicembre 2024

Il Processo Penale Telematico (PPT) è al centro di un confronto tra Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), che sollecita interventi urgenti per evitare il blocco della giustizia penale a causa delle carenze dell'applicativo, e il Ministero della Giustizia, determinato a rispettare le scadenze del PNRR, pur mostrando una certa apertura a una transizione graduale verso l'obbligatorietà.

PPT: comunicato del ministero della Giustizia

Con comunicato stampa dell'11 dicembre 2024, il Ministero della Giustizia ha fatto il punto sul tema dell’introduzione dell’applicativo digitale "APP" per il Processo Penale Telematico (PPT), fornendo un quadro sullo stato di avanzamento e sulle prospettive future del progetto.

Il Ministero della Giustizia ha risposto, in questo modo, alle notizie di stampa diffuse a proposito dell’applicativo App, esprimendo una posizione più ottimista che ridimensiona le difficoltà riscontrate.

Nella nota, viene evidenziato come la digitalizzazione del processo penale, avviata in seguito alla Riforma Cartabia e inserita tra gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), rappresenti un passo cruciale per modernizzare la giustizia italiana.

La transizione verso la telematizzazione è stata resa obbligatoria dal 14 gennaio 2024, con l’obiettivo di digitalizzare le procedure fino all’udienza preliminare. Questo processo, inizialmente caratterizzato da alcune difficoltà tecniche e organizzative, ha visto un progressivo miglioramento.

Entro ottobre 2024, il sistema era già utilizzato per quasi il 90% delle richieste di archiviazione, segno di un’adozione consistente da parte degli uffici giudiziari.

APP 2.0

Nel corso dell’anno è stata introdotta la versione "APP 2.0", una piattaforma arricchita con nuove funzionalità studiate per semplificare il lavoro dei magistrati e del personale giudiziario.

Tra le principali innovazioni segnalate, rientrano i contatori per il monitoraggio degli atti, strumenti per la gestione dei fascicoli e un sistema migliorato per la visualizzazione delle udienze.

La nuova versione è stata distribuita a tutti gli uffici di primo grado a partire dal 31 ottobre 2024, consentendo ai magistrati di familiarizzare con le nuove modalità operative.

Il Ministero, in collaborazione con il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), ha monitorato costantemente lo sviluppo del progetto attraverso riunioni mensili e incontri periodici con un gruppo di lavoro dedicato. In questo modo, è stato possibile recepire suggerimenti e richieste migliorative da parte degli uffici giudiziari, portando a una continua evoluzione del sistema.

Regime transitorio: la proposta di modifica del ministero

Nel comunicato, il ministero illustra anche una proposta di modifica normativa trasmessa al Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) e al Consiglio Nazionale Forense (CNF).

La modifica introduce un regime transitorio per l'implementazione del Processo Penale Telematico (PPT) nel giudizio di primo grado.

Le principali disposizioni prevedono quanto segue:

1) Regime del doppio binario fino al 31 dicembre 2025:

2) Obbligatorietà progressiva del deposito telematico:

La modifica - si legge nella nota - mira a garantire un periodo adeguato di sperimentazione del PPT, consentendo una transizione graduale e monitorata fino alla fine del 2025.

L'obbligatorietà dei depositi telematici sarà quindi progressivamente implementata, assicurando che i flussi di lavoro possano adattarsi al nuovo sistema senza compromettere la funzionalità della giustizia penale.

Parere critico del CSM

La posizione del Consiglio superiore della magistratura (CSM) sulle problematiche relative al Processo Penale Telematico (PPT), è stata espressa in un parere votato dal plenum, dove sono state evidenziate diverse criticità legate all’implementazione dell’applicativo ministeriale.

Secondo il CSM, l'applicativo risulterebbe ancora inadeguato a supportare in modo efficace la giurisdizione penale.

Viene segnalata, in particolare, l'assenza di strumenti fondamentali per il funzionamento di vari procedimenti, come il rito abbreviato, il procedimento per decreto e il patteggiamento.

Inoltre, mancherebbero funzionalità essenziali per consentire al Pubblico Ministero di conferire consenso o per gestire l'istanza di messa alla prova.

Alcuni strumenti, come quelli per la convalida degli arresti e per il rito direttissimo, risultano parzialmente inutilizzabili, mentre non è disponibile un modello base per il Giudice dell'Udienza Preliminare per predisporre l'avviso di fissazione dell'udienza.

Le criticità non sono nuove: il CSM ha sottolineato come il 2024 sia stato segnato da frequenti segnalazioni di allarme provenienti dagli uffici giudiziari, senza però che siano stati adottati interventi risolutivi.

La mancanza di una adeguata sperimentazione e di un'applicazione pienamente funzionante pone il rischio concreto di una paralisi della giustizia penale, proprio in settori strategici e in un momento in cui massima dovrebbe essere l'efficienza per raggiungere gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Da qui la necessità di un rinvio per l'obbligatorietà del sistema telematico, sottolineando l'importanza di mantenere, almeno temporaneamente, un regime misto che consenta il deposito degli atti sia in modalità digitale sia analogica.

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