Processo lontano dall’Europa

Pubblicato il 01 maggio 2008 La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 129 depositata ieri, intervenendo sul “caso Dorigo” (militante di Autonomia operaia e Lotta continua, condannato a 13 anni di carcere per un attentato alla base Usa di Aviano, a seguito di un processo poi giudicato non conforme ai principi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, tanto che fu scarcerato ad un anno dal termine della pena), ha affrontato l’assenza nel nostro sistema processuale di un rimedio specifico che dia attuazione all’obbligo dello Stato di conformarsi alle sentenze di Strasburgo, anche attraverso la rinnovazione del processo, quando sia stata accertata violazione della Convenzione.

Nella lettura della Corte Costituzionale, l'istituto della revisione è legittimato e giustificato dall’oggettiva incompatibilità dei fatti accertati e non dall’eventuale contraddittorietà logica tra le valutazioni dei giudici; ciò onde garantire alla revisione l’indole di rimedio straordinario, piuttosto che quella, impropria, di strumento di controllo della correttezza formale e sostanziale di giudizi oramai conclusi.
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