È stato approvato ieri dal Consiglio dei ministri, riunito appositamente per tale incombenza, il decreto legge che proroga al 31 luglio il termine entro il quale la pubblica Amministrazione deve mettersi in regola con la privacy, sul trattamento dei dati sensibili. Il provvedimento si è reso necessario per via di alcuni ritardatari che non sono riusciti ad emanare quei regolamenti richiesti in seguito al decreto legislativo n. 135/1999, confluito nel Codice della privacy, in cui fosse indicata la tipologia dei dati sensibili trattati e le operazioni effettuate. La questione risiede, secondo i pareri di Autorità competenti e del Consiglio di Stato, nel “lungo iter previsto per l’adozione o emanazione di regolamenti di considerevole importanza” che ha prodotto un affollamento di iniziative ancora all’esame.
Il Garante per la protezione dei dati personali in una nota ha chiarito che l’Inps, per il riconoscimento di prestazioni a soggetti non autosufficienti, può raccogliere solo le informazioni personali in merito alla situazione economica dell’interessato e non anche dei componenti il nucleo familiare, in base ai principi di privacy come indispensabilità, pertinenza e non eccedenza dei dati raccolti rispetto alle finalità perseguite.
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