In seno alla maggioranza di Governo, è stata raggiunta l’intesa politica sull’intervento in materia di prescrizione: sì alla sospensione dopo il primo grado del processo penale ma con entrata in vigore posticipata di un anno.
Il contenuto dell’accordo a cui sono giunti i vertici di M5s e Lega è stato annunciato dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, subito dopo il vertice tenuto, a Palazzo Chigi, nella mattinata dell’8 novembre 2018.
La norma sulla prescrizione verrà, così, approvata nel testo del ddl anticorruzione (cosiddetto “Spazzaccorrotti”), ma entrerà in vigore insieme ad un intervento di riforma del processo penale, i cui principi verranno individuati in una legge delega che darà al Governo meno di un anno per la relativa attuazione.
Secondo quanto specificato dal Guardasigilli, la riforma del processo penale verrà approvata entro dicembre 2019, prima dell’entrata in vigore della riforma sulla prescrizione.
Abbiamo concordato – ha precisato Bonafede – “che la prescrizione, per funzionare, deve entrare in un processo breve e con le nuove risorse nella giustizia, stanziate con la manovra, già a regime".
La notizia dell’intesa raggiunta in tema di prescrizione è stata immediatamente commentata dal presidente del Consiglio nazionale Forense, Andrea Mascherin.
Secondo Mascherin, al di là dell’esatto contenuto dell’accordo politico e senza voler entrare nella valutazione della tecnica legislativa che verrà utilizzata e neppure in quella della tecnica comunicativa delle due diverse forze di Governo, è necessario ora partire “con il lavoro di studio e preparazione di una riforma del processo penale all’altezza di uno Stato a civiltà avanzata. Al tavolo, come già da me richiesto al ministro della giustizia, dovranno all’evidenza partecipare avvocati e magistrati”.
Il processo penale – ha sottolineato - deve recuperare al proprio centro la figura dell’imputato.
Una volta operati, dapprima, i necessari interventi di riforma per quanto riguarda magistratura, riequilibrio delle garanzie e investimenti “bisognerà raggiungere il risultato di abbreviare di regola i tempi del procedimento/processo, e solo allora si potrà intervenire, all’interno della più ampia riforma, sulla prescrizione”.
Nel frattempo, gli avvocati delle Camere penali, da subito fortemente contrari all’intervento sulla prescrizione, hanno annunciato l’indizione di quattro giorni di sciopero, dal 20 al 23 novembre 2018, nonché di una manifestazione nazionale che si terrà a Roma per il giorno 23 novembre 2018.
La mobilitazione degli avvocati penalisti, che parlano di una “controriforma della giustizia penale” è espressamente promossa "in difesa della costituzione".
L’UCPI, nella deliberazione dello sciopero, si dice molto preoccupata per le ipotesi di riforma prospettate e “per gli immaginati scenari che mirano a sottrarre pezzi di libertà e di garanzie di ciascuna persona e prefigurano la autoritaria involuzione delle leggi penali”.
Per questo ha espresso “forte determinazione nel respingere un così imponente attacco ai principi del diritto penale liberale e del giusto processo”.
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