“Prendo” o “intendo prendere” le ferie?

Pubblicato il 18 gennaio 2018

L’azienda di famiglia di Ferrante produce posate da oltre cinquant’anni. Esperti in lavorazione a freddo di acciai inossidabili ferritici, i proprietari si destreggiano con grande disinvoltura tra una tranciatura e una laminatura con rulli, passando per rifilature e sgrassaggi. Qualche problema invece sorge da un po’ di tempo sul versante lavoristico.

Ferruccio, un giovane dipendente della società, si lamenta con i rappresentanti sindacali per la gestione aziendale delle ferie imposta dall’amministratore delegato Ferrante. Sicché, per evitare che lo scontro sulle ferie sfoci in una specie di duello rusticano all’arma bianca tra Ferruccio e Ferrante, il sindacalista si reca all’Ispettorato del lavoro a conferire con un funzionario ispettivo.

“Ho grandi dubbi – esordisce il rappresentante dei lavoratori – Vorrei sapere chi ha il potere di decidere i periodi di ferie, se queste ultime possono essere monetizzate, se possono essere fruibili a ore… Mi sa dare qualche informazione?”. L’ispettore di turno cerca di raggiungere la massima concentrazione, come se si trovasse in una cabina di quelle che si usano nei quiz televisivi.

“Il lavoratore ha un diritto soggettivo alle ferie e può rappresentare quando ne intende fruire, ma la scelta del periodo è appannaggio del datore di lavoro, che deve però favorire una conciliazione tra gli interessi del dipendente e quelli aziendali (cfr. Cass. civ. Sez. lavoro, 26/07/2013, n. 18166) – risponde con padronanza l’ispettore – Le ferie non possono essere assolutamente monetizzate in corso di rapporto (art. 10 comma 2 del D.lgs. n. 66/2003) né, a mio avviso, possono essere fruibili a ore, in quanto né la normativa (D.lgs. n. 66/2003) né i contratti collettivi fanno riferimento al concetto di fruizione oraria”.

La ringrazio per le delucidazioni – chiosa il sindacalista – diciamo che la cicala non è un modello da seguire, ma senza il corretto godimento delle ferie ‘Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano’” (Gino&Michele, Matteo Molinari – Mondadori, 1997).

Le considerazioni espresse sono frutto esclusivo dell’opinione degli autori e non impegnano l’amministrazione di appartenenza

Ogni riferimento a persone esistenti e/o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

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