MiSE e Mef hanno fissato le modalità e i criteri di concessione del credito d’imposta relativo alle spese di consulenza per la quotazione delle Pmi.
E’ la legge di bilancio 2018 (n. 205/2017) che ha istituito, all’articolo 1, commi da 89 a 92, un credito d'imposta per le piccole e medie imprese che iniziano una procedura di ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato UE o dello Spazio economico europeo, nel caso siano ammesse alla quotazione.
Sono agevolati i costi di consulenza sostenuti a decorrere dal 1° gennaio 2018 fino al 31 dicembre 2020 e finalizzati all'ammissione della quotazione delle Pmi in mercati regolamentati.
Viene riconosciuto un credito d'imposta, fino a un importo massimo di 500.000 euro, nella misura massima del 50 per cento dei costi complessivamente sostenuti per le attività di consulenza.
Con decreto a firma MiSE/Mef del 23 aprile 2018 (in “Gazzetta Ufficiale” n. 139 del 18/6/2018), sono stati stabiliti le modalità e i criteri per l'attuazione dell’agevolazione, con particolare riguardo all'individuazione delle procedure che danno accesso al beneficio, ai casi di esclusione, alle procedure di concessione e di utilizzo del beneficio, alla documentazione richiesta, all'effettuazione dei controlli e delle revoche.
Tra i costi ammessi al beneficio si segnalano:
I soggetti richiedenti devono essere regolarmente costituiti ed iscritti al registro delle imprese alla data di presentazione della domanda, devono presentare domanda di ammissione alla quotazione successivamente al 1° gennaio 2018, devono ottenere l'ammissione alla quotazione con delibera adottata entro il 31 dicembre 2020.
Le domande vanno inoltrate, via mail, al ministero dello Sviluppo Economico (dgpicpmi.div05@pec.mise.gov.it), tra il primo ottobre dell'anno in cui è stata ottenuta la quotazione e il 31 marzo dell'anno successivo.
Nei successivi 30 giorni dal termine indicato per l'invio delle istanze, il MiSE, dopo la verifica dei requisiti, determina la percentuale massima del credito d'imposta e comunica all’impresa il riconoscimento (con l’importo spettante) ovvero il diniego dell'agevolazione.
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