Sono state confermate dalle Sezioni unite civili di Cassazione le sanzioni disciplinari irrogate dal Consiglio nazionale forense ad alcuni avvocati di uno studio associato, nell’ambito di un’annosa vicenda processuale attivata a seguito di segnalazioni di anomalie e disfunzioni nelle esecuzioni mobiliari trattate dinanzi ad un tribunale toscano.
Nel dettaglio, la conferma ha riguardato gli addebiti contestati ai legali e consistenti, in primo luogo, nell’aver proceduto, per conto di uno stesso cliente, a plurimi atti di intervento per fatture autenticate emesse in un arco temporale ristrettissimo, ovvero per decreti ingiuntivi ottenuti contestualmente o in breve arco temporale, ottenendo per ciascuno di essi la liquidazione delle consequenziali spese.
Inoltre, gli avvocati erano stati incolpati di essere pervenuti a plurime liquidazioni e distribuzioni amichevoli delle somme ricavate, operando in sede di assegnazione ulteriori frazionamenti del credito apparentemente ingiustificati, nonché di aver patrocinato le ragioni creditorie dei clienti in sede esecutiva mantenendo e procastinando l’ingiustificato frazionamento dei crediti.
Con la sentenza n. 961 del 17 gennaio 2017, la Suprema corte ha quindi rigettato il ricorso dei legali confermando a loro carico le sanzioni disciplinari della censura e della sospensione dall'Albo per tre mesi.
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