I Consigli nazionali dei dottori commercialisti e dei ragionieri con un documento comune lamentano gli enormi disagi a cui i professionisti sono andati incontro a seguito dell’estensione degli obblighi antiriciclaggio alla categoria al pari degli intermediari finanziari. Dottori e ragionieri chiedono, infatti, che il raggio d’azione della disciplina sia limitato alle “attività che comportano l’intervento o la partecipazione dei professionisti in operazioni costituite solo da transazioni di denaro o titoli equipollenti”. Altrimenti, la disciplina antiriciclaggio, così com’è oggi, rischia “di costringere i professionisti a una innaturale posizione di asservimento alle autorità e di delazione nei confronti dei clienti”.
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