Per il “tetto” al mutuo contano spread e indice

Pubblicato il 20 febbraio 2009

Dalla lettura della circolare del ministero dell'Economia n. 11434 del 13 febbraio (cfr. Edicola del 18 febbraio), è possibile desumere un definitivo chiarimento per verificare se il proprio mutuo beneficia o meno dell'aiuto di Stato nel pagamento delle rate dovute alla banca per il 2009, per la parte che supera il tetto del 4%. Il dubbio di clienti e banche è alimentato dalla non precisa espressione utilizzata nel testo del decreto (art. 2 del decreto legge 185/2008, convertito dalla legge 2/2009). La circolare non affronta questo tema specificamente, ma contiene, in diversi passaggi, una conclusione che fa da presupposto agli argomenti sviluppati in seguito:  in particolare, cioè, si deve far riferimento al cosiddetto “tasso finito” e quindi alla somma dello spread e del parametro di indicizzazione, di solito l'Euribor. Così, per verificare se il proprio mutuo possa godere dell'intervento statale occorre:

- che si tratti di un mutuo garantito da ipoteca per l'acquisto, la costruzione e la ristrutturazione dell'abitazione principale;

- che il mutuo sussista al 31 ottobre 2008;

- che il tasso contrattuale al momento della stipula del contratto non fosse superiore al 4% (se infatti il tasso originario fosse stato superiore al 4% l'agevolazione non si applicherebbe).

Per i mutui con l'opzione, quelli cioè che iniziano a tasso fisso e che possono poi diventare a tasso variabile o viceversa, la circolare prevede che, qualora nel 2009 siano dovute rate con interessi variabili, per queste si deve applicare il tetto del 4%.

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