Per il libro soci nella Srl resta l’istituzione facoltativa

Pubblicato il 11 marzo 2009 L’abolizione dell’obbligo di tenuta del libro soci per le società a responsabilità limitata, secondo quanto stabilito dalla legge n. 2/2009 di conversione del Decreto anticrisi, se da una parte sembra ottemperare allo scopo di semplificare la normativa in materia di partecipazioni sociali, dall’altra non può certo non destare perplessità tra i professionisti, che avanzano dubbi sull’affidamento alla banca dati del Registro imprese delle funzioni finora assolte dal citato libro. Un intervento in tal senso è quello rappresentato dalla massima n. 115, adottata dal Consiglio Notarile di Milano in materia di clausole statutarie sul libro dei soci nelle Srl dopo il Dl 185/08. Motivo di preoccupazione – secondo quanto si legge nell’articolo di Domenico de Stefano, presidente del Consiglio - è l’obbligo a carico degli amministratori di Srl di depositare, entro il 30 marzo, una dichiarazione per integrare le risultanze del registro delle imprese con quelle del libro soci. Il problema sarà individuare i soggetti destinatari dell’obbligo e il contenuto della dichiarazione integrativa. A questo punto, appare evidente come il nuovo impianto normativo attribuisca una nuova funzione al registro delle imprese, che va ben oltre la tipica funzione pubblicitaria e informativa, in quanto costitutiva dello status di socio nei confronti della società, con riferimento all’esercizio dei diritti amministrativi correlati alla titolarità della partecipazione. L’interrogativo che sorge, però, a tal proposito, è se il libro dei soci diventi veramente superfluo e se le clausole statutarie che richiamano o integrano la disciplina codicistica che ora viene a cadere siano ancora efficaci.
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