La situazione del ritardo per i rimborsi del credito Iva è sensibilmente migliorata negli ultimi anni, anche se non è stata ancora del tutto risolta. Dai sette-nove mesi di attesa del 2004 si è passati ad un tempo medio di attesa di circa 40 giorni, a seguito del varo del meccanismo dell’anticipazione del credito Iva realizzato grazie ad una triangolazione tra banche, imprese ed Entrate. Tuttavia, sono ancora pochi (solo circa il 10%) i contribuenti che chiedono la restituzione in conto fiscale, mentre la maggior parte preferisce usufruire tuttora di soluzioni alternative al rimborso, a cominciare dall’anticipazione bancaria per passare poi alla cessione del credito, possibile solamente per il credito risultante dalla dichiarazione annuale, mentre, come ha chiarito la recente risoluzione 49/E, non è ipotizzabile per i rimborsi trimestrali. Infine, una valida alternativa al rimborso potrebbe essere rappresentata dall’utilizzo della compensazione “orizzontale” con altri tributi e contributi, anche se in questo caso occorre fare attenzione al fatto che il limite annuo di 516.456,90 euro, essendo cumulabile con i rimborsi richiesti in conto fiscale, potrebbe creare qualche problema di gestione ai contribuenti strutturalmente a credito.
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