“Paradisi”, ultimo appello

Pubblicato il 28 maggio 2009 In base a quanto disposto dagli articoli 167 e 168 del Tuir, i redditi conseguiti dalle controllate o collegate estere residenti in un paradiso fiscale devono essere imputati per trasparenza in proporzione alla quota di partecipazione agli utili. Per poter disapplicare la suddetta normativa la società italiana può presentare un interpello allo scopo di dimostrare alternativamente che la società estera svolge nello Stato in cui ha sede un’effettiva attività commerciale o industriale, oppure che dalla partecipazione detenuta non consegue l’effetto di spostare i redditi in Paesi a fiscalità privilegiata. Secondo le istruzioni dell’agenzia delle Entrate (circolare 18/2002), la risposta all’interpello disapplicativo deve essere resa entro 120 giorni dalla trasmissione dell’istanza, in modo tale che essa possa produrre effetti a decorrere dall’esercizio per il quale il termine di presentazione della relativa dichiarazione dei redditi scade successivamente alla ricezione della risposta. A tal fine, entro il 1° giugno le società che detengono delle partecipazioni di controllo o di collegamento in Paesi a fiscalità privilegiata dovranno presentare l’interpello disapplicativo della norma antielusiva Cfc. Rispettando questo termine, infatti, l’istanza si potrà considerare tempestivamente presentata al fine di ottenere la risposta entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi fissato al 30 settembre 2009. La risposta ricevuta entro settembre consentirà di applicare l’eventuale esito positivo dell’interpello già per l’esercizio 2008. Il termine del 1° giugno rimane, comunque, obbligatorio anche dopo i chiarimenti forniti dal Fisco con la risoluzione n. 128/E/2009. Con questo documento di prassi, si chiarisce in modo esplicito che la risposta fornita dall’agenzia delle Entrate ha effetti retroattivi, in quanto nel caso specifico la soluzione positiva è stata rilasciata a maggio 2009 con riferimento ai redditi 2007. Al contrario, nulla viene precisato rispetto al termine di presentazione dell’istanza di interpello, che appunto rimane di 120 giorni prima del termine di presentazione della dichiarazione e, quindi, coincide con il prossimo 1° giugno.
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