Orlando al XVI Congresso Camere penali

Pubblicato il 01 ottobre 2016

Riforma processo penale subito

La riforma del processo penale, secondo il Ministro della giustizia Andrea Orlando – intervenuto al XVI Congresso Camere penali il 30 settembre 2016 – si prospetta quanto prima necessaria, onde snellire e velocizzare l’attuale processo, per evitare derive populiste e cadute di garanzie.

La riforma in questione, tuttavia, è al momento sospesa sino a giovedì 6 ottobre 2016, quando in Senato si deciderà se e come riprenderla, non essendo escluso che si torni in Commissione per un nuovo approfondimento del relativo Ddl.

Il Guardasigilli ha poi respinto le accuse del Presidente Associazione nazionale magistrati Piercamillo Davigo – secondo cui la riforma prospettata è inutile e dannosa – ricordando come il Ddl in questione sia anche frutto di proposte e correzioni di numerosi magistrati, compresa la stessa Anm.

Riforma magistratura Penalisti perplessi

Altro tema “caldo”, la questionemagistratura”, che si prospetta quale vera e propria emergenza della giustizia italiana.

Vi ha posto l’accento il Presidente delle Camere penali Beniamino Migliucci nella relazione che ha inaugurato il Congresso Camere penali, soffermandosi – al di là della storica battaglia sulla separazione delle carriere – sull'assetto organizzativo, il governo e l’indipendenza della magistratura.

I penalisti ritengono, in particolare, deludenti le conclusioni delle Commissioni ministeriali incaricate della riforma, incapaci – secondo Migliucci – di toccare in modo significativo la situazione esistente, lasciando ad esempio irrisolto il nodo della compatibilità tra funzione giudiziaria ed incarichi politici. Oppure, ancora, non andando ad affrontare in maniera decisiva il problema del sistema elettorale del Csm.

Specializzazioni A breve dinanzi al Consiglio di Stato

Al termine dei lavori congressuali, il Ministro ha infine annunciato la presentazione, a breve, del ricorso al Consiglio di Stato circa il Regolamento sulle specializzazioni legali, bocciato dal Tar Lazio con pronuncia – secondo Orlando – del tutto priva di fondamento. Lo stesso confida dunque in un esito favorevole, tanto da non aver previsto nemmeno un piano di riserva con revisione del testo attuale.

 

 

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