Nuove misure per smaltire l'arretrato civile

Pubblicato il 18 dicembre 2013 Garantire una maggiore efficienza del processo civile è l'obiettivo del Disegno di legge delega approvato, il 17 dicembre 2013, dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri.

Il testo della proposta normativa contiene disposizioni volte anche a garantire la riduzione dell'arresto dei procedimenti, il riordino delle garanzie mobiliari, altre disposizioni di semplificazione e accelerazione del processo di esecuzione forzata.

Sulla base di quanto si apprende nel comunicato stampa diffuso al termine della seduta del Governo, le nuove norme di delega mirerebbero ad attribuire, in capo all'organo giudicante, il potere di disporre il passaggio dal rito ordinario di cognizione al rito sommario nelle ipotesi di liti di più facile soluzione, nonché anche il potere di decidere la lite di primo grado mediante dispositivo accompagnato dall'indicazione dei fatti e delle norme sulle quali si fonda la decisione, rimettendo, poi alle parti la facoltà di richiedere la motivazione per esteso ai fini dell'impugnazione della sentenza e previo versamento anticipato di una quota del contributo unificato dovuto per il grado successivo.

Le nuove previsioni consentirebbero, inoltre, al giudice di appello che conferma il provvedimento emesso in primo grado, di fare riferimento alla motivazione del provvedimento impugnato.  Sempre per quel che concerne l'appello, è prevista la possibilità che le controversie relative ad alcune materie non particolarmente complesse e delicate, vengano trattate e decise dal giudice in composizione monocratica.

Contemplata anche la previsione secondo cui, in particolari materie ad elevato tasso tecnico, il processo possa venir preceduto dall'espletamento di una consulenza tecnica volta, soprattutto, alla quantificazione del danno lamentato.

Infine, le norme di delega dovrebbero consentire agli ufficiali giudiziari la possibilità di ricercare i beni da pignorare anche con modalità telematiche, attraverso l'interrogazione di banche dati e anche dell'anagrafe tributaria.
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