Niente registrazione se c'è il rischio di confusione
Pubblicato il 07 settembre 2009
La Corte di giustizia europea, con sentenza pronunciata nella causa C-498/07, ha spiegato che, per valutare il rischio di confusione tra marchi comunitari occorre effettuare una valutazione globale, basata sulla somiglianza sia visiva, sia fonetica che concettuale. E' stata così confermata una sentenza con cui il tribunale di primo grado aveva annullato la decisione dell'Uami (ufficio per l'armonizzazione del mercato interno) di accettare la registrazione di un marchio comunitario del tutto simile ad un marchio già precedentemente registrato. Il Tribunale, prima, e la Corte, poi, hanno sottolineato la presenza, nel caso in esame, di un concreto rischio di confusione per i consumatori europei.