Nel c/c il reddito presunto

Pubblicato il 11 giugno 2008 Per la Corte di Cassazione - sentenza n. 14847 del 5 giugno 2008 - tutte le somme che transitano nel conto bancario di un professionista si presumono frutto dell'attività da questi esercitata, quindi oggetto di tassazione; spetta al contribuente provare, dettagliatamente, che determinate operazioni non costituiscano proventi di detta attività. In particolare, “la prova contraria deve essere circostanziata e non può consistere nella mera affermazione che sul conto corrente confluivano anche somme di pertinenza di terzi”. L'accertamento resta valido nei confronti degli eredi anche in caso di morte del contribuente, sopravvenuta prima della conclusione delle indagini della Guardia di finanza. Sulla scorta di tali principi, la Corte di legittimità ha accolto il ricorso presentato dall'Amministrazione finanziaria contro due decisioni di merito che avevano annullato un accertamento delle imposte sui redditi di un professionista per mancanza di prove.
Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Lavoro subordinato: la Cassazione spiega quando si configura

18/10/2024

Sciopero degli avvocati penalisti contro il pacchetto sicurezza

18/10/2024

Terme. Rinnovo

18/10/2024

CCNL Terme - Ipotesi di accordo dell'8/10/2024

18/10/2024

Indicatori operazioni sospette per commercialisti: focus del Cndcec

18/10/2024

Legge di Bilancio 2025. Bonus mamme anche alle lavoratrici autonome

18/10/2024

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy