Anche gli avvocati dell’AGI si sono espressi, al pari dell’OCF, sulla recente approvazione del Ddl-delega di riforma del processo civile da parte del Consiglio dei ministri.
La notizia dell'approvazione è stata accolta con particolare disappunto dai Giuslavoristi Italiani.
Le perplessità degli avvocati sono rivolte allo stralcio della previsione che ammetteva la negoziazione assistita anche per le cause di lavoro.
Una previsione che – ha sottolineato l’Associazione Giuslavoristi Italiani in una nota pubblicata sul proprio sito web – era presente “da un anno e mezzo nelle numerose bozze del disegno di legge delega sulla giustizia civile, e soprattutto assunta come vero e proprio impegno politico dal ministro della Giustizia, Bonafede, da ultimo al convegno nazionale dei giuslavoristi italiani dello scorso ottobre a Verona”.
Da qui lo stupore e il rammarico degli avvocati giuslavoristi rispetto a quello che viene definito “uno stravolgimento che contraddice l’impegno più volte ripetuto dal ministro della Giustizia”.
La negoziazione assistita in materia di lavoro, viene ricordato, era stata condivisa dal ministro Bonafede e di fatto “sostenuta a livello istituzionale dalle due maggiori componenti politiche dell’attuale coalizione di governo”. Il Guardasigilli, addirittura, con messaggio del 4 ottobre inviato ai giuslavoristi italiani, aveva ribadito il suo “intendimento di superare il divieto di negoziazione assistita per le controversie in materia di lavoro, consentendo la stessa in via facoltativa”.
Da qui l’esigenza di AGI di avere chiarimenti e di conoscere le ragioni di questo ripensamento, mai annunciato, in un incontro urgente con il ministro Bonafede.
Il presidente degli avvocati giuslavoristi, per finire, ha concluso il proprio intervento confidando che anche il CNF e l'Organismo congressuale forense, “vogliano sostenere l’impegno per rimuovere una limitazione ingiustificata, lesiva della dignità dell’intera professione forense e contraddittoria rispetto alla continua attribuzione di nuovi compiti agli avvocati, e alle sollecitazioni loro rivolte da governo e parlamento per contribuire, anche in chiave deflattiva, all’esercizio della giurisdizione”.
E particolare attenzione a questa limitazione è già stata manifestata, proprio ieri, dall’Organismo Congressuale forense che, in un comunicato stampa diffuso sul proprio sito istituzionale, ha commentato l’esclusione dalla delega della negoziazione assistita in materia di lavoro definendola "inaccettabile" ed esprimendo, rispetto ad essa, ferma opposizione.
Nel frattempo, non ha tardato ad arrivare nemmeno il commento del Consiglio Nazionale Forense, espresso attraverso le parole del presidente, Andrea Mascherin.
Il rappresentante del CNF - a Palermo per partecipare alla “Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani” - ha infatti indicato, tra "i difetti immediatamente percepibili" della riforma, il mancato riconoscimento della possibilità di negoziazione in capo agli avvocati nella materia del diritto del lavoro.
Mascherin, sul processo civile, ha sottolineato la necessità che si lavori ancora “per giungere a un testo che sia assolutamente condiviso e condivisibile. Spero di farlo perché credo sempre nel confronto costruttivo".
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