Dottori commercialisti e ragioni sono sempre più alle prese con i nuovi obblighi in materia di contrasto all’evasione fiscale introdotti dalla manovra d’estate (dl 223/06, legge 248). Pur non sottraendosi ai recenti vincoli, le citate categorie professionali lamentano però l’inutilità delle nuove misure preventive per colpire l’evasione e, nel confronto diretto con gli oneri e con le nuove modifiche normative, che si ripercuotono sulla quotidianità dell’organizzazione degli studi, ne reclamano l’improduttività. Tra i principali rimproveri si segnala, infatti, quello secondo cui vi è un “aumento degli adempimenti e tempi più stretti per le pratiche. Anche dove non c’è evasione fiscale e a pagamenti invariati”. Al di là delle misure fiscali, la maggioranza degli studi archivia, comunque, con un'approvazione, le misure di liberalizzazione su tariffe minime, pubblicità e società, rispetto alle quali – fanno sapere – si sentono “un passo più avanti”.
Intanto, la questione relativa al futuro della previdenza e all’unificazione delle Casse continua ad alimentare il confronto tra i giovani commercialisti e i ragionieri, soprattutto dopo il recente veto posto sull’unificazione delle Casse proprio dai primi. Il futuro della previdenza e la necessità di rendimenti più elevati dagli investimenti saranno, dunque, i temi centrali che il presidente dell’Ungdc, Michele Testa, si prepara ad affrontare nel suo discorso che terrà a Bolzano il prossimo 22/23 settembre al convegno nazionale “Amministrazione e controllo delle Pmi: ruolo e responsabilità del dottore commercialista”.
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