Misure contro il sovraffollamento carcerario. Il Governo approva il decreto

Pubblicato il 27 giugno 2013 Il Consiglio dei ministri, nella seduta del 26 giugno 2013, ha approvato, su proposta del Guardasigilli, Annamaria Cancellieri, il Decreto legge messo a punto su “Disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena”, finalizzato ad alleggerire il problema del sovraffollamento carcerario. Il provvedimento mira, in primo luogo, ad introdurre strumenti alternativi alla detenzione e meccanismi di decarcerizzazione in relazione a soggetti di non elevata pericolosità.

Tra le novità, si segnala che, con la modifica dell'articolo 656 del Codice di procedura penale, l'immediata incarcerazione sarà riservata ai soli condannati, in via definitiva, per i quali si rende necessaria la forma detentiva e, quindi, per i condannati per reati contemplati dall'articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario, compreso il delitto di maltrattamenti in famiglia commesso in presenza di minori di quattordici anni.

Gli altri condannati vedranno, invece, applicarsi la cosiddetta “liberazione anticipata”, istituto che premia con una riduzione di pena, pari a 45 giorni per ciascun semestre, il detenuto che tiene una condotta regolare in carcere e partecipa fattivamente al trattamento rieducativo. Al Pubblico ministero l'onere di verificare, prima di emettere l'ordine di carcerazione, se vi siano le condizioni per concedere la liberazione anticipata. Prevista, per le donne madri ed i soggetti portatori di gravi patologie, l'opportunità di accedere alla detenzione domiciliare nei casi di pena non superiore ai quattro anni.

Le nuove disposizioni intervengono, altresì, prevedendo un ampliamento delle possibilità per il giudice di ricorrere, al momento della condanna, ad una soluzione alternativa al carcere, costituita dal lavoro di pubblica utilità, misura che potrà essere disposta per tutti reati commessi dai soggetti dipendenti dall'alcol o dagli stupefacenti, salvo che per i più gravi reati di cui all'articolo 407, comma 2, lett. a), del Codice di procedura penale.

Infine, alcune misure alternative, quali ad esempio la detenzione domiciliare cosidetta "generica", vengono estese a soggetti finora esclusi, come i recidivi per piccoli reati di modesto allarme sociale, recidivi che potranno anche accedere ai permessi premio, al lavoro esterno, ed ai lavori di pubblica utilità.
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