In data 14 gennaio 2016, il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, rispondendo al question time della Camera (sul reato di clandestinità, messa alla prova e altre misure alternative al carcere), ha tracciato un bilancio piuttosto incoraggiante circa la problematica del sovraffollamento carcerario (sino ad affermare che si è usciti dall'emergenza), ad esito del primo anno di applicazione delle norme che hanno introdotto sanzioni non detentive.
Al 31 dicembre 2015, la popolazione carceraria è scesa infatti a 52.164 detenuti, di cui ben oltre 39 mila si trovano in regime di esecuzione esterna (con crescita di quasi del 100% rispetto al 2010).
E per ridurre la popolazione carceraria, puntualizza il Ministro, non si è generata impunità – posto che il numero di detenuti è rimasto pressoché invariato – ma è cambiata la cultura di esecuzione della pena.
E ciò lo si deve allo straordinario lavoro svolto da magistratura e polizia penitenziaria, nonché all'apporto fornito dagli enti locali, sempre più spesso chiamati a fornire possibilità di lavoro esterno per detenuti mediante apposite convenzioni.
Per riportare qualche dato, alla fine del 2015 i detenuti ammessi al lavoro esterno erano 1.413 ed i condannati "messi alla prova" ben 6.557 (al posto dei soli 505 destinatari della misura, ad inizio dello stesso anno)
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".